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A rischio il futuro dell’accordo migratorio con la Ue

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l’analisi

A rischio il futuro dell’accordo migratorio con la Ue

  • –dal nostro corrispondente

BRUXELLES – Il difficile rapporto tra l'Unione europea e il governo turco rischia di complicarsi ulteriormente dopo gli arresti di deputati curdi decisi nelle ultime ore ad Ankara. L'Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Federica Mogherini si è detta “estremamente preoccupata” per gli ultimi avvenimenti in Turchia, organizzando una riunione degli ambasciatori europei nella capitale turca. A rischio è il futuro dell'accordo migratorio tra Bruxelles e Ankara.

«L'Unione è estremamente preoccupata per la detenzione la notte scorsa di numerosi deputati del partito HDP – hanno spiegato in un comunicato la signora Mogherini e il commissario all'allargamento Johannes Hahn –. Questi nuovi sviluppi giungono dopo le preoccupazioni espresse in maggio per via della levata dell'immunità per oltre 130 deputati (…) Ci aspettiamo che la Turchia salvaguardi la sua democrazia parlamentare, così come il rispetto dei diritti umani e lo stato di diritto».

Nella loro dichiarazione, i due esponenti politici hanno spiegato di seguire la vicenda «da molto vicino e in continuo coordinamento con tutti gli Stati membri». Da Berlino, il governo tedesco ha annunciato che il ministro degli Esteri Frank Walter Steinmeier ha convocato per chiarimenti l'ambasciatore turco in Germania: «Nessuno mette in dubbio il diritto della Turchia di rispondere (…) alla minaccia del terrorismo, ma ciò non deve diventare una scusa per zittire l'opposizione o rinchiuderla in prigione».

Secondo le informazioni provenienti dalla Turchia, le autorità turche hanno arrestato almeno 11 deputati e dirigenti del movimento pro-curdo HDP, un partito dell'opposizione. Tra questi, anche Idris Baluken, il capogruppo parlamentare. Le persone sono state arrestate nel quadro di «una indagine anti-terrorismo». Sempre oggi una automobile è esplosa nella città di Diyarbakir, provocando almeno otto morti e 100 feriti. L'attentato è stato attribuito al PKK, il partito dei lavoratori curdi.

Gli ultimi avvenimenti rappresentano un evidente salto di qualità nella reazione del governo dopo il tentato golpe del luglio scorso. Da allora, l'esecutivo ha agito con la mano di ferro, arrestando oppositori politici e licenziando funzionari pubblici considerati vicini a Fethullah Gülen, l'uomo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan considera la mente dietro al tentato colpo di stato. In tutto, 110mila persone sono state fermate o silurate dalla funzione pubblica.
In tempi più recenti, la reazione del governo si è concentrata contro la minoranza curda. Al di là degli arresti di oggi, l'esecutivo ha anche annunciato la chiusura di media vicini al movimento pro-curdo. Il confronto tra il governo turco e la minoranza curda si è aggravato nell'ultimo anno dopo il fallimento di un precario cessate-il-fuoco nel 2015. Il partito HDP è ritenuto vicino al PKK, una organizzazione considerata terrorista sia da Bruxelles che da Washington.
In marzo, Bruxelles ha firmato con Ankara un accordo di collaborazione per frenare l'arrivo di rifugiati dal Vicino Oriente, in cambio di aiuti economici. L'intesa sembra aver rallentato i flussi migratori da Est. La Commissione ha confermato oggi che dei 3,0 miliardi di euro messi a disposizione, 1,2 miliardi sono già stati allocati. Una delle condizioni per la collaborazione è la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi diretti verso l'Unione. Per ora, i Ventotto hanno disatteso questa promessa, tanto che Ankara ha minacciato di non rispettare l'intesa.

Proprio la questione dei visti ha creato tensioni tra l'Unione e la Turchia, esacerbate dalla reazione del governo al tentato golpe, mettendo in dubbio il futuro dell'intesa migratoria. C'è di più. Il desiderio del presidente Erdogan di reintrodurre la pena di morte ha di fatto congelato l'infinito negoziato per l'ingresso del paese nell'Unione. In questo contesto, gli ultimi avvenimenti in Turchia complicheranno ulteriormente le già delicate relazioni tra Ankara e Bruxelles e la messa in pratica dell'accordo di marzo.

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