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L’Onu: a Mosul l’Isis fa strage e recluta bambini-kamikaze

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l’esercito iracheno in città

L’Onu: a Mosul l’Isis fa strage e recluta bambini-kamikaze

Le forze speciali irachene hanno iniziato l'assalto ai quartieri più urbani di Mosul, partendo dalla parte est. L’esercito ha annunciato che l'avanzata è iniziata con attacchi di artiglieria e di mortaio sui distretti di Aden, Tahrir e Quds e che ha portato alla riconquista di sei quartieri. «È un grande progresso - ha dichiarato il capo del Servizio antiterrorismo iracheno - significa che larghe fette della riva sinistra del fiume Tigri sono state liberate». L'Isis sta combattendo per mantenere la seconda città dell'Iraq, mentre le truppe regolari di Baghdad e quelle alleate curde avanzano sulla città con il supporto della coalizione a guida Usa. «È una vera guerriglia urbana - ha detto all’agenzia Reuters un residente della città - I miei figli non hanno dormito per due notti. Le pallottole arrivano da tutte le parti».

Intanto l'Onu da Ginevra lancia un agghiacciante allarme: lo Stato islamico sta chiedendo alle famiglie i figli maschi a partire dai 9 anni per utilizzarli nella battaglia. I jihadisti bussano “porta dopo porta” e ordinano, attraverso altoparlanti installati su auto che girano in città, che tutte le famiglie consegnino loro i ragazzini: secondo la portavoce dell'Ufficio Diritti Umani dell'Onu, Ravina Shamdasani, le famiglie sono minacciate di ritorsione in caso non obbediscano.

Non solo. Sempre secondo l'Onu, l'Isis continua nelle esecuzioni di massa a Mosul ma anche nei dintorni. Solo nell'ultima settimana sarebbero state giustiziate 430 persone, accusate di diserzione, mentre altre 180 ex dipendenti pubblici sono stati assassinati prima che il gruppo si ritirasse da una località a est di Mosul.

Sempre secondo la portavoce dell'Alto commissario Onu per i diritti umani, inoltre, quattrocento donne - tra l’altro che appartengono a minoranze - sono nelle mani dei miliziani islamisti a Tal Afar. Lo Stato islamico, inoltre, continuebbe a trasferire con la forza numerosi civili: in particolare, martedì scorso, circa 1.600 persone sarebbero state trasferite a bordo di camion da Hamam al-Alil a Tal Afar. Ad alcune di queste famiglie è stato detto che sarebbero state trasportate in Siria, ha aggiunto la portavoce esprimendo il
timore che l'Isis pianifichi di prendere i civili sulla strada del ripiego per usarli come scudi umani e proteggersi da attacchi aerei.

Infine, stando agli ultimi dati resi noti dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), il numero di sfollati in fuga dagli scontri a Mosul è salito ad oltre 22.224 dal 17 ottobre, data di inizio dell'offensiva contro i miliziani jihadisti.

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