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Tensione tra Berlino e Ankara: la repressione fa vacillare l’ultimo…

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i rapporti con la germania

Tensione tra Berlino e Ankara: la repressione fa vacillare l’ultimo alleato di Erdogan

AP Photo/Markus Schreiber
AP Photo/Markus Schreiber

Il governo di Berlino ritiene «altamente allarmante quello che succede in Turchia». L’ azione dello Stato contro l’opposizione rappresenta una «rottura» nel processo di riconciliazione nazionale con i curdi. E la repressione sui mass media preoccupa il governo di Grande Coalizione. I commenti di Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel, sono solo l’ultimo capitolo del duro botta e risposta iniziato due giorni fa che sta inasprendo le relazioni tra i due paesi. Il 2 novembre, per la prima volta dallo sventato golpe di luglio, Angela Merkel, che si è affidata al raìs per la soluzione al problema dei rifugiati, è intervenuta in prima persona per criticare Recepp Tayyip Erdogan, dopo l’ennesimo raid nella redazione di un giornale. «La repressione in atto in Turchia nei confronti dei mass media critici è molto allarmante».

Una presa di posizione solo apparentemente scontata perché la cancelleria tedesca ha sempre cercato, anche negli ultimi difficili mesi, di non indurire i toni con il paese dal quale provengono circa 3 milioni di suoi immigrati, stabilmente residenti in Germania da generazioni. Il paese con il quale l’Unione europea ha firmato un’intesa al fine di limitare il massiccio flusso di rifugiati in arrivo da Siria, Afghanistan e Iraq che l’anno scorso hanno trovato asilo soprattutto in Germania, creando alla cancelliera non pochi problemi di politica interna.

Alla critica di Merkel è seguita, il 3 novembre, la “ritorsione” turca.  «In Germania trovano rifugio i terroristi» ha detto Erdogan riferendosi, pur senza citarlo, all’ex direttore del quotidiano Cumhuriyet, Can Dundarla, che aveva appena ottenuto un passaporto temporaneo in Germania. Il giornalista era stato colpito qualche giorno prima da un ordine di arresto quando la polizia aveva effettuato un raid presso la redazione del quotidiano, voce critica nei confronti del governo, arrestando ben tredici giornalisti.

Nei mesi scorsi tra Turchia e Germania ci sono stati altre tensioni a cominciare dall’approvazione, a giugno, da parte del Parlamento tedesco, della mozione con il riconoscimento che i massacri degli armeni all’inizio del Novecento furono un vero e proprio genocidio. Ankara reagì alla decisione del Bundestag intimidendo molti deputati di origine turca ai quali per ragioni di sicurezza il governo consigliò di non recarsi in Turchia per le vacanze o visite ai familiari. Successivamente esplose il caso del comico:  Jan Boehmermann, sulla rete nazionale Zdf, recitò verso di satira contro Erdogan che chiede di processarlo e la cancelliera autorizzò il procedimento penale, andando incontro a feroci critiche per non aver difeso la libertà di stampa. La magistratura, tuttavia, ha archiviato le accuse contro il comico.

Oggi riesplode la tensione mentre l’Europa intera chiede al raìs turco di rispettare le libertà fondamentali. Dura la posizione di Berlino «La lotta al terrorismo non deve essere usata per giustificare il silenziamento dell’opposizione politica o peggio gli arresti» ha detto il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier che ha convocato l’incaricato d’affari turco

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