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Istruzione, in Italia abbandono scolastico ancora elevato

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rapporto della commissione UE

Istruzione, in Italia abbandono scolastico ancora elevato

  • –dal nostro corrispondente

È un rapporto in chiaroscuro quello pubblicato ieri dalla Commissione europea sullo stato di salute dell'istruzione in Italia. Bruxelles prende atto delle misure adottate dai recenti governi per modernizzare il settore scolastico e universitario, ma fa notare come il tasso di abbandono scolastico, pur in diminuzione, rimanga elevato. L'ingresso nel mondo del lavoro per le persone altamente qualificate rimane difficile, probabilmente per via di un tessuto sociale familistico e clientelare.

La relazione dedicata all'Italia – 13 pagine in un lungo rapporto con un taglio europeo – contiene cifre interessanti. La percentuale delle persone tra i 18 e i 24 anni che lasciano prematuramente gli studi è stata del 14,7% nel 2015, rispetto al 17,3% nel 2012. La media europea l'anno scorso era dell'11%. Da notare che la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano prematuramente gli studi sono il 12,7% tra quelli nati in Italia, e il 31,3% tra quelli nati all'estero.
La percentuale di persone tra i 30 e i 34 anni che hanno conseguito un diploma d'istruzione terziaria (laurea) è salito dal 21,9 al al 25,3% del totale. Nonostante

l'importanza che tutti danno all'istruzione come volàno per promuovere la crescita economica, la spesa italiana in questo campo è stabile al 4,1% del prodotto interno lordo. Nel 2015, la media europea era assai più elevata, al 4,9% del PIL. In Italia si spende di più in protezione sociale, sanità, difesa e ordine pubblico.

Ciò detto, la Commissione europea prende atto dell'impegno del governo Renzi a investire maggiormente e con costanza in questo campo. «Con la Legge di Stabilità del 2015 – si legge nel rapporto pubblicato ieri qui a Bruxelles - è stato creato un fondo specifico destinato a finanziare la riforma della scuola. Nel 2015, è stato assegnato al fondo un miliardo di euro, mentre si prevede che a partire dal 2016 saranno investiti nel fondo tre miliardi di euro all'anno”.
In Italia, sempre secondo l'esecutivo comunitario, l'ingresso nel mondo del lavoro è difficile, anche per le persone altamente qualificate, e dà luogo al fenomeno della “fuga dei cervelli”. Bruxelles non offre spiegazioni di questo fenomeno. Si deve presumere che le sacche di familismo, nelle quali si premia la lealtà più che il merito, siano una caratteristica sia del pubblico che del privato. La tendenza non è da sottovalutare perché può provocare “una perdita netta definitiva di capitale umano”.

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