
Fra le preoccupazioni degli ambienti economici tedeschi per possibili tendenze protezioniste della prossima amministrazione degli Stati Uniti, primo partner commerciale della Germania, il cancelliere Angela Merkel ha offerto al presidente eletto Donald Trump, «stretta collaborazione», ma ha avvisato che questa deve essere basata sui valori che legano la Germania e gli Usa, «la democrazia, la libertà, il rispetto per le regole del diritto e la dignità dell’umanità, indipendentemente dall’origine, il colore della pelle, la religione, l’orientamento sessuale o le opinioni politiche». Valori che non sempre, in campagna elettorale, Trump ha dato segno di voler onorare. La signora Merkel ha ricordato che la collaborazione con gli Stati Uniti resta un “pilastro” della politica estera tedesca, ma il suo riferimento ai valori condivisi è un segnale neppure troppo sottile del “grande shock”, per usare le parole del ministro della Difesa, Ursula von der Leyen, con cui l’establishment politico ed economico tedesco ha accolto la vittoria di Trump. I talk show televisivi ieri mattina sembravano una liturgia funebre. Altri politici sono stati più espliciti. Il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, candidato alla presidenza della Repubblica, ricordando anche le critiche del repubblicano alla Germania e che la maggior parte dei tedeschi avrebbe voluto un risultato diverso nel voto americano, ha detto che la politica estera degli Stati Uniti sarà ora «meno prevedibile» e che l’amministrazione Trump potrà essere «più incline a prendere decisioni da sola».
Negli ambienti economici, le preoccupazioni si appuntano soprattutto sul possibile aumento del protezionismo americano e l’avvio di una guerra commerciale e le sue ripercussioni sulla crescita mondiale, da cui la Germania, primo esportatore mondiale, ha tutto da perdere. Gli Usa sono tra l’altro il primo partner commerciale dell’economia tedesca, con un volume d’affari nei due sensi di 173,9 miliardi di euro, avendo superato la Francia nel 2015, per la prima volta da quarant’anni a questa parte. La Germania ha esportato l’anno scorso verso gli Usa per 113,7 miliardi di euro, soprattutto autoveicoli, macchinari e prodotti farmaceutici. Nei confronti degli Usa ha anche il più grosso attivo negli scambi, per 53 miliardi di euro. Secondo Clemens Fuest, presidente del centro studi bavarese Ifo, un milione e mezzo di posti di lavoro in Germania dipende dal commercio con gli Stati Uniti. «Speriamo che Trump non dia seguito alla sue parole con i fatti», ha detto Thilo Brodtmann, il direttore dell’associazione dei produttori di macchine utensili Vdma. Secondo Bernhard Mattes, presidente della Camera di commercio americana per la Germania, l’adozione di politiche protezioniste «non aiuterebbe i legami economici fra Germania e Usa». L’accordo di libero scambio fra Usa ed Europa, il Ttip, peraltro osteggiato da parte dell’opinione pubblica tedesca e dai socialdemocratici, ma fortemente sostenuto dall’industria, viene ora considerato “defunto” da molti osservatori in Germania.
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