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I leader Ue propongono subito un vertice al neo-presidente Trump

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JUNCKER E TUSK

I leader Ue propongono subito un vertice al neo-presidente Trump

Jean Claude Juncker e Donald Tusk (Ansa)
Jean Claude Juncker e Donald Tusk (Ansa)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – La vittoria del candidato repubblicano Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca ha provocato reazioni ambivalenti nell'establishment comunitario, combattutto tra il desiderio di usare il risultato elettorale come arma nelle campagne elettorali nazionali e la consapevolezza che comunque l'Europa dovrà continuare ad avere rapporti con gli Stati Uniti. L'elezione di Trump, candidato populista agli occhi di molti, ha colto di sorpresa diversi osservatori.

Con una lettera congiunta, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker hanno invitato il nuovo presidente americano a un vertice con l'Unione europea «non appena gli sarà comodo». L'Europa invia «sincere congratulazioni» ed auspica una visita di Trump, hanno scritto i due presidenti. «Per fortuna, la partnership strategica» fra Ue e Usa si fonda sui «valori condivisi di libertà, diritti umani, democrazia e nel libero mercato».

Attento alla necessità di trovare un modus vivendi con Trump è stato anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nonostante il nuovo presidente abbia fatto campagna elettorale contro l'alleanza militare, chiedendo in particolare agli alleati europei di spendere di più per la difesa del continente. L'ex premier norvegese ha anche lui invitato il nuovo presidente americano a un vertice a Bruxelles. La leadership americana, ha detto, «è importante come mai». Sul fronte nazionale, il presidente francese François Hollande ha ammesso che l'elezione di Trump apre «un periodo di incertezza». Ha terminato la sua breve allocuzione stamani a Parigi con l'espressione «La France d'abord», la Francia prima di tutto. Dal canto suo, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha proposto al nuovo presidente «una stretta cooperazione» sulla base di valori condivisi sui due lati dell'Atlantico: «Democrazia, libertà, rispetto della legge e della dignità dell'uomo».

Per l'Unione europea «sarà difficile» lavorare con Donald Trump, ha invece spiegato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, che in una intervista alla radio francese Europe 1, ha spiegato che lavorare con il nuovo presidente americano «sarà più duro che con altre amministrazioni statunitensi», ma la vittoria di Trump «è il risultato di un voto democratico» che «dobbiamo rispettare». Schulz è candidato a un nuovo mandato alla guida dell'assemblea parlamentare.

Una vittoria «spaventosa per tutti», un «terremoto che cambia tutto», ha detto in compenso Gianni Pittella, il capogruppo socialista al Parlamento europeo. All'estremismo di Trump «dobbiamo rispondere con riforme estreme» nell'Unione, perché andare avanti sulla strada di una politica passo dopo passo «sarebbe un suicidio». Ha poi aggiunto: «Ora più che mai dobbiamo riconnetterci con i perdenti della globalizzazione e ascoltare le loro ragioni».

I partiti anti-sistema hanno invece visto nella vittoria del candidato repubblicano negli Stati Uniti una ragione in più per cavalcare i loro temi tradizionali. «Quanto avvenuto prima in Gran Bretagna e ora in America dimostra che non si può andare contro il volere dei cittadini che, quando possono esprimersi, sanno bene cosa scegliere! E la stessa cosa succederà il prossimo 4 dicembre anche da noi...», ha detto Roberto Calderoli, senatore della Lega Nord.

Dall'Olanda, Geert Wilders, il presidente del partito PVV, noto per le sue posizioni xenofobe, ha commentato: «Congratulazioni. La tua vittoria è storica e per tutti noi». Ha poi aggiunto: «Gli americani si riprendono il Paese. Così faremo noi». Ha spiegato Marine Le Pen, presidente del Fronte Nazionale in Francia: «Congratulazioni al nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e al popolo americano, libero!». Si voterà a breve sia in Olanda, per le legislative, che in Francia, per le presidenziali.

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