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La Borsa di Mosca vince con Trump

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MERCATI FINANZIARI

La Borsa di Mosca vince con Trump

La reazione dei mercati finanziari all’affermazione di Donald Trump è stata meno drammatica del previsto. Dopo un iniziale impennata della volatilità e una flessione marcata dei listini continentali gli investitori hanno moderato il loro pessimismo preferendo rimanere in una posizione più “attendista”. I toni concilianti usati dal nuovo presidente americano nel suo discorso di insediamento hanno contribuito a questo cambio di umore tra gli investitori. La speranza è evidentemente che gli estremismi da campagna elettorale del miliardario repubblicano siano mitigati dai necessari compromessi a cui ogni presidente americano ha dovuto fare i conti per poter governare.

Se il mercato è titubante a prendere posizioni decise prima di conoscere meglio le prime decisioni che il nuovo presidente assumerà ci sono comunque alcune certezze su cui contare. Una di queste riguarda gli orientamenti di politica estera del candidato repubblicano nei confronti di una controparte decisiva per gli equilibri geopolitici mondiali: la Russia. Donald Trump ha più volte espresso ammirazione per il presidente Putin auspicando un miglioramento nelle relazioni tra i due Paesi tornate in questi anni a livelli da Guerra Fredda. Non è un caso quindi che tra i pochi listini a registrare rialzi oggi ci sia proprio il Micex di Mosca che nei primi scambi questa mattina è arrivato a guadagnare oltre un punto percentuale in netta controtendenza rispetto al resto d’Europa.

Altri segnali importanti arrivano poi dall’andamento degli indici settoriali in Europa (qui l’andamento dei principali panieri Eurostoxx) che registrano una netta impennata dei corsi azionari del comparto farmaceutico in rialzo di oltre il 3% (qui l’andamento dell’indice EuroStoxx Farmaceutici). Una fiammata frutto in parte del sollievo per la sconfitta della candidata democratica Hillary Clinton che più volte si era espressa contro il rincaro dei prezzi dei farmaci. Posizione che peraltro non ha impedito all’industria farmaceutica di dare cospicui contributi (oltre 11 milioni di dollari secondo il Center for Responsive Politics) per la sua campagna elettorale. La fiammata del settore farmaceutico spiega anche l’andamento in controtendenza della Borsa di Zurigo (qui il grafico di giornata dell’indice Smi) dove sono quotati i colossi Roche e Novartis il cui valore di mercato è pari al 37% della capitalizzazione dell’intera Borsa di Zurigo.

Altro settore molto gettonato è quello minerario (qui l’andamento dell’indice Eurostoxx Materie Prime) che beneficia dell’impennata dei prezzi dei metalli preziosi molto gettonati nelle fasi di incertezza in quanto beni rifugio (qui l’andamento delle quotazioni in euro e dollari dell’oro)

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