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Turchia: rapporto Ue, passi indietro su standard democratici

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Monito Ue ad Erdogan

Turchia: rapporto Ue, passi indietro su standard democratici

il presidente turco Erdogan
il presidente turco Erdogan

Chiosando un titolo di un famoso libro di Giovanni Spadolini (Il Tevere più largo) anche il Bosforo si sta facendo sempre più ampio allontanando sempre di più le posizioni della Ue da quella di Ankara. Un duro monito europeo alla dirigenza politica della Turchia è arrivato ieri. «L'arretramento nell'ambito dei diritti fondamentali», diritti umani e libertà d'espressione e dopo l'arresto dei deputati dell'Hdp «aumentano le nostre preoccupazioni», i loro «effetti mettono a repentaglio i progressi dell'ultimo decennio» rendendo la Turchia «sempre più incompatibili a diventare un membro Ue». Così il commissario Ue all'allargamento, Johannes Hahn nel presentare all'Europarlamento il rapporto annuale sulla Turchia.

Le varie azioni del governo turco nel campo dei diritti umani e libertà di espressione, «incluse le valutazioni di reintrodurre la pena di morte, sembrano essere sempre più incompatibili col desiderio ufficiale della Turchia di diventare un membro dell'Unione europea», ha detto Hahn riferendosi agli ultimi gravi atti nei confornti dei deputati dell’Hdp, il partito della minoranza curda.

Passi indietro nei settori della libertà d'espressione, dell'indipendenza della magistratura e di altri standard democratici fondamentali sono stati rilevati dall'ultimo rapporto annuale della Commissione europea sui negoziati di adesione con la Turchia.

«Ci sono stati passi indietro nelle aree dei servizi pubblici e della gestione delle risorse umane, soprattutto dopo il tentativo di golpe (del 15 luglio scorso, ndr)», si legge nel rapporto, che denuncia altrettanti passi indietro «nell'ultimo anno in particolare nell'indipendenza della magistratura».

Anche in questo caso, «la situazione è ulteriormente peggiorata dopo il tentativo di golpe di luglio». «Gravi passi indietro», inoltre, sono stati registrati da Bruxelles nell'ultimo anno «nell'area della libertà d'espressione». Più in generale, si legge sempre nel rapporto, alcune leggi turche «non sono in linea con lo standard europeo» in materia di stato di diritto.

In questo quadro, l'Ue ha espresso «grave preoccupazione» per l'arresto, la scorsa settimana, di alcuni parlamentari del partito filo-curdo di opposizione Hdp. «La legge antiterrorismo - si legge ancora - non è in linea con l'acquis comunitario per quanto riguarda il suo scopo e la definizione (di terrorismo, ndr) e la sua applicazione suscita gravi preoccupazioni sui diritti fondamentali».
«Grave preoccupazione» da parte di Bruxelles anche in materia di salvaguardia dei diritti umani in Turchia, comprese le violenze contro le donne, la discriminazione, gli attacchi alle minoranze, la violazione dei diritti degli omosessuali.

Sui recenti propositi delle autorità turche di «presentare in parlamento una legge per la reintroduzione della pena di morte», l'Unione europea «ricorda che l'inequivocabile rifiuto della pena di morte è un elemento essenziale dell'acquis comunitario e un obbligo internazionale centrale a cui la Turchia è vincolata».

Pronta la reazione di Ankara. Alcuni passaggi del rapporto della Commissione europea sul processo di adesione della Turchia all'Ue «contengono critiche che sono tutt'altro che costruttive». Lo ha affermato il ministro turco per gli Affari Ue, Omer Celik, commendando il rapporto Ue.

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