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Mosca blocca l’accesso a LinkedIn

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Mosca blocca l’accesso a LinkedIn

LinkedIn fuorilegge in Russia: l’accesso al sito americano di social networking «verrà bloccato entro pochi giorni». Il website è la prima vittima di una legge entrata in vigore nel 2015, e che richiede tra l’altro il trasferimento in Russia dell’archivio dati personali degli utenti registrati, più di 6 milioni per LinkedIn. Annunciando il prossimo blocco di LinkedIn Roskomnadzor, l’organismo di vigilanza russo per le comunicazioni, ha aggiunto che al contrario altri servizi come Google, EBay, Uber o Booking.com hanno avviato il procedimento per mettersi in regola.

«LinkedIn non ha fornito i documenti sul trasferimento dei database in Russia», ha spiegato il portavoce di Roskomnadzor Vadim Ampelonskij commentando la decisione del tribunale moscovita che ha respinto l’appello della corporation americana sulla sentenza dell’agosto scorso.

La legge sul trasferimento in Russia dei dati degli utenti fa parte di una serie di provvedimenti con cui negli ultimi anni il Cremlino ha stretto il giro di vite sul web. Dallo scorso anno per le compagnie di internet straniere è diventato obbligatorio conservare i dati personali dei clienti russi in server situati all’interno del Paese.

«La decisione del tribunale russo - è il commento di LinkedIn - rende possibile il blocco dell’accesso a LinkedIn per i milioni di membri che abbiamo in Russia e per le compagnie che usano LinkedIn per accrescere il proprio business». La compagnia si è detta pronta a un incontro con Roskomnadzor «per discutere le loro richieste di localizzazione dei dati».

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