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Parte male l’Europa dopo Trump: Londra e Parigi assenti alla…

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Parte male l’Europa dopo Trump: Londra e Parigi assenti alla cena ministeriale. Oggi consiglio Esteri e Difesa

  • –dal nostro corrispondente
I ministri degli Esteri Ue riuniti a Bruxelles. In primo piano il capo della diplomazia britannica Boris Johnson
I ministri degli Esteri Ue riuniti a Bruxelles. In primo piano il capo della diplomazia britannica Boris Johnson

BRUXELLES – È una riunione ricca di buoni propositi, ma anche di incognite quella che i ministri degli Esteri e della Difesa dei Ventotto tengono oggi qui a Bruxelles. Sul tavolo la possibilità di dare nuovo slancio alla collaborazione nel campo della sicurezza in un momento in cui sia l’uscita della Gran Bretagna dall'Unione che l’elezione del candidato repubblicano Donald Trump alla Casa Bianca offrono nuove opportunità politiche all’Europa.

Non è più il momento di «discussioni teoriche ed astratte» ma di «decisioni concrete» ha detto l’Alta Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Federica Mogherini prima della riunione di oggi. La signora Mogherini - che presenterà ai ministri un rapporto di una ventina di pagine con cui tracciare possibili forme di collaborazione civile e militare - ha fatto notare che cooperazioni rafforzate tra specifici paesi membri sono previste dai Trattati, anche se «mai usate finora».

In questo senso, nella primavera del 2017, l’Alta Rappresentante è pronta, su mandato dei governi, a presentare proposte concrete in vista di un Rapporto annuale coordinato sulla difesa, che deve diventare la traccia con la quale cooperare anche sul fronte industriale (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Più in generale, la signora Mogherini vorrà proporre nuovi modi per rafforzare la capacità dell’Unione ad intervenire sui teatri internazionali con operazioni civili o militari in modo più rapido ed efficace.

La decisione della Gran Bretagna di uscire dall’Unione dovrebbe facilitare una maggiore collaborazione tra i Paesi membri poiché finora Londra è stata un ostacolo in questo campo. Nel contempo, l’arrivo alla Casa Bianca di un nuovo presidente, che si vuole più isolazionista del precedente, fa temere che l’Europa possa perdere gradualmente l’ombrello difensivo americano e dovrebbe quindi indurre i Ventotto a fare da sé nel settore della sicurezza.

Ieri sera la signora Mogherini ha organizzato una cena informale tra i ministri degli Esteri per fare una valutazione del cambio della guardia alla Casa Bianca. L’Unione europea deve con Washington «continuare il lavoro su molti dossier, ma sulla base di interessi, principi e valori molto chiari: dall’accordo sul clima al commercio, dalla piena e completa realizzazione dell’accordo con l’Iran sul nucleare alla condivisione della responsabilità globale sui flussi migratori», ha detto l’Alta Rappresentante.

Assenti alla cena informale erano i ministri degli Esteri del Regno Unito, della Francia, di Malta, dell’Irlanda, della Lituania e dell’Ungheria. Il ministro francese Jean-Marc Ayrault ha citato «problemi di agenda». Il ministro inglese Boris Johnson ha detto di «non vedere l’utilità di questa riunione straordinaria». L’effetto ottico non è dei migliori, e lascia intravedere difficoltà nel trovare posizioni condivise sui modi in cui l’Europa deve gestire il nuovo rapporto con Washington. Nel fine settimana, l’entourage della signora Mogherini ha voluto minimizzare il significato di queste assenze, notando che la cena è stata organizzata all’ultimo.

L’elezione di Trump sta creando nuove incertezze nella politica estera europea, e nuove spaccature tra Est e Ovest. Alcuni paesi dell’Europa orientale hanno salutato con piacere l’arrivo del candidato repubblicano alla Casa Bianca, mentre tra i paesi fondatori è emersa molta cautela.
In questo contesto, rafforzare la cooperazione nella difesa e nella sicurezza tra i Ventotto è un obiettivo difficile da perseguire. Diplomatici qui a Bruxelles notano che i paesi membri danno definizioni diverse della parola cooperazione. Peraltro, la presenza della Nato, di cui fanno parte 22 paesi membri dell’Unione su 28, è fonte di fastidio e di contraddizioni. C’è chi non vuole doppioni e chi è nei fatti più leale nei confronti dell’alleanza militare che dell’Unione europea.

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