
Il vicepresidente federale della Cdu, Norbert Röttgen, ha detto in un’intervista alla Cnn che la cancelliera Angela Merkel si candiderà a un quarto mandato alle elezioni politiche dell’anno prossimo. Prima di lui, che è presidente della Commissione Esteri al Bundestag oltre che vice della cancelliera nel partito, un altro politico di primo piano, Wolfgang Bosbach, aveva espresso la stessa convinzione in un’intervista. Sembra dunque sempre più probabile che il partito sceglierà di nuovo Angela per sfidare i socialdemocratici di Sigmar Gabriel a settembre 2017.
Merkel (attraverso il suo portavoce) e anche il partito, dopo la diffusione dell’intervista, hanno tenuto fermo il punto che la decisione verrà presa e annunciata al momento opportuno, ovvero a dicembre, durante il congresso della Cdu a Essen che dovrà rinnovare i vertici. Dato che è il leader del partito a correre per la cancelleria, soltanto allora si avrà la certezza che la candidata sarà di nuovo lei. Il video ha costretto la Cdu ad emettere una nota per sottolineare che la decisione verrà annunciata quando sarà il momento.
L’emittente statunitense ha chiesto a Röttgen se Angela Merkel sia consapevole del ruolo, che molti osservatori le attribuiscono, di politico europeo in grado di mantenere l’ordine liberale internazionale soprattutto nelle relazioni tra le due sponde dell’Oceano, dopo l’elezione di Donald Trump e mentre ovunque avanzano i populismi. Ha domandato quindi se la cancelliera intenda continuare a svolgere questo ruolo posta l’incertezza su una sua ennesima candidatura.
«Lei correrà per la cancelleria - ha risposto il suo vice - ed è assolutamente determinata e pronta a contribuire al rafforzamento di questo ordine internazionale, ma non si può vedere nella cancelliera e nella Germania l’ultimo bastione. Si deve lavorare insieme in Europa e soprattutto avere il sostegno dell’Alleanza transatlantica». Si deve trovare un modo, ha aggiunto, per reinventare l’Occidente e non disintegrarlo. Merkel, secondo il politico, è un attore fondamentale ma il ruolo dell’Occidente come player globale deve essere necessariamente integrato da quello degli Stati Uniti.
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