Roma
Decontribuzione totale per le aziende che scelgono di assumere al Sud nel 2017, come nel primo anno del Jobs Act. L’annuncio di Matteo Renzi arriva, certo non a caso, durante il secondo giorno di tour de force in Sicilia (oggi sarà la volta della Sardegna) per promuovere le ragioni del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre. Si tratta, come spieghiamo a fianco, di uno sgravio fino a 8.060 euro, per 12 mesi, per tutte le assunzioni a tempo indeterminato o in apprendistato di giovani, disoccupati e over50 effettuate nelle 8 Regioni del Meridione. «Tra poco Maurizio Del Conte, dell’Agenzia nazionale per le politiche attive, firmerà un atto molto importante da 730 milioni di euro - sono state le parole del premier e segretario del Pd durante la visita a un cantiere a Caltanissetta -. Gli incentivi del Jobs act, che funzionano, saranno confermati integralmente per il 2017. Una scelta molto importante».
Già, perché secondo i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps resi noti ieri, il taglio degli sgravi contributi sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato nel 2016 si riflette in una contrazione del lavoro stabile: nei primi nove mesi dell’anno le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono state 925.825 a fronte del milione e 368.405 dei primi nove mesi del 2015, quando appunto era prevista la decontribuzione piena (si veda pagina 21). E di fronte al divario persistente tra Nord e Sud e alla forte disoccupazione giovanile al Sud occorre usare leve diverse, è il ragionamento di Renzi. «Abbiamo due Italie, una che cresce in termini di posti di lavoro, cioè il Nord, e un’Italia che continua ad arrancare, cioè il Sud. E su questo per troppo tempo c’è stata disattenzione». Certo, c’è il dato positivo dell’Istat sul Pil, ma l’Italia ce la fa solo se riparte il Sud. «Per la prima volta dopo anni l’Italia nel terzo trimestre del 2016 ha fatto registrare un Pil superiore a Francia e Germania. Intendiamoci, solo nel terzo trimestre, ma il dato è indicativo del fatto che una parte del Paese si è già rimessa in moto. Se riusciremo a far ripartire il Sud saremo nelle condizioni di diventare la locomotiva d’Europa».
Proprio al Sud e proprio nel voto giovanile Renzi si gioca tutto il 4 dicembre, come emerge chiaramente dal sondaggio Cise-Sole 24 Ore che pubblichiamo oggi. Da qui il tour de force effettuato in questi giorni dal premier tra Sicilia (dove tornerà prima del 4 dicembre), Sardegna e Puglia. E da qui la tempistica dell’annuncio sulla decontribuzione selettiva nel 2017. Già solo ridurre il divario tra il No in vantaggio e il Sì in queste Regioni potrebbe riaprire la partita nelle prossime due settimane. E anche il tema della difesa dell’interesse nazionale di fronte a una troppo rigida Europa va letto in chiave referendaria, fino al “veto” posto martedì sul bilancio pluriennale dell’Unione. «La bandiera dell’Europa è qui con noi e la teniamo al nostro fianco - dice il premier ai siciliani, mentre accarezza la bandiera blu, riferendosi alle polemiche suscitate dall’assenza del vessillo Ue alle sue spalle durante l’ultima diretta Facebook a Palazzo Chigi -. Ma l’Europa faccia il suo mestiere, che è promuovere la crescita e non solo l’austerity, investire sul futuro e non solo in burocrazia». E ancora, parlando a una popolazione direttamente investita dal problema migranti: «L’Europa non può occuparsi della lunghezza dei pescherecci mentre nel nostro Mediterraneo muoiono migliaia di persone». Insomma basta con «l’austerity suicida» e più «opere pubbliche». A cominciare da quelle sbloccate proprio ieri con la firma di un accordo Anas-Regione Sicilia per sbloccare 470 milioni destinati alle strade.
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