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Aleppo, è sempre più lontana la tregua proposta dall’Onu

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Medio Oriente

Aleppo, è sempre più lontana la tregua proposta dall’Onu

A Damasco la parola “tregua” non è nemmeno più presa in considerazione.Consapevole che il futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non ha alcuna intenzione di essere risucchiato nel pantano siriano, preferendo concentrarsi solo nella guerra contro l’Isis,la Russia e il regime siriano hanno deciso di sferrare l’attacco finale ai ribelli, soprattutto contro Aleppo con un’intensità che non si vedeva da tempo.

Non che le diverse tregue che si sono succedute da 18 mesi a questa parte avessero gettato le fondamenta per far partire un processo di transizione. Mediati da Usa e Russia, sotto l’egida dell’Onu, i precedenti accordi di cessate il fuoco sono tutti falliti.Davanti alla tragedia che si sta consumando ad Aleppo (oltre 100 vittime nell’ultima settimana, tra cui 69 bambini)l’Onu ha rilanciato l’idea di sospendere le ostilità, questa volta con una proposta nuova: far sì che i jihadisti lascino i quartieri orientali di Aleppo – sarebbero rimasti 6-7mila – ma al contempo lasciare questa parte della città, dove vivono ancora oltre 250mila civili, in condizioni difficilissime, sotto il controllo dell’opposizione.

Dopo aver incontrato l’inviato dell’Onu per la Siria, Staffan De Mistura, il ministro siriano degli Esteri Walid Muallem si è limitato a definire la proposta una violazione «della sovranità nazionale». «Non è per nulla accettabile abbandonare 275mila persone del nostro popolo come ostaggi in mano a 6-7mila miliziani. Nessun governo al mondo lo accetterebbe»,ha precisato. E così l’offensiva scattata contro Aleppo continua con i martellanti bombardamenti aerei dell'aviazione russa e delle forze siriane.Fonti mediche hanno anche denunciato vittime civili soffocate da bombe al cloro. Da parte loro i ribelli, precisa l’Osservatorio siriano dei diritti umani,hanno colpito una scuola uccidendo sette bambini nella zona occidentale della città.

L’assedio di Aleppo verrà ricordato come la guerra contro gli ospedali, colpiti indiscriminatamente. «Non ci sono più ospedali operativi nella parte orientale di Aleppo, dove più di 100mila bambini sono rimasti intrappolati sotto uno stato d’assedio e forti bombardamenti e inoltre l’accesso a cibo e medicine è in diminuzione» ha dichiarato ieri Geert Cappelaere, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente. Dopo cinque anni e mezzo di guerra i numeri sono implacabili: 290mila vittime, per lo più civili. E ora un milione di persone sotto assedio. Il prossimo inverno appare come la cronaca di una tragedia annunciata.

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