Mondo

Italiane all'estero: la storia di Marta nella provincia giapponese

  • Abbonati
  • Accedi
GLOBALIZZAZIONE

Italiane all'estero: la storia di Marta nella provincia giapponese

TAKAOKA – Che ci fa una ragazza italiana in un’azienda della remota provincia di Toyama, che si affaccia sul Mar del Giappone? Marta Rinaudo da Saluzzo è alla sua prima occupazione: è stata assunta in un’azienda della zona, al centro di una sorta di rivoluzione dell'artigianato dei metalli in un processo generale di globalizzazione.
Il suo arrivo nella cittadina di Takaoka si spiega infatti con un trend nuovo dell'economia locale. Ci sono vari distretti industriali giapponesi che, negli ultimi anni, stanno cercando nuovi sbocchi sui mercati esteri a fronte del calo della tradizionale domanda interna.

Uno di questi è il distretto dei metalli di Takaoka, vicino a Toyama. La Nousaku è stata fondata nel 1916 e fino a una dozzina di anni fa produceva articoli vari per lo più in bronzo e ottone (a partire da elementi decorativi per altari buddisti, set da tè e vasi) per grossisti, lasciando ad altre aziende la lavorazione finale. Nel 2003 ha assunto le redini della società Katsuji Nousaku, che si è reso conto di dover cambiare per non scomparire. Ha così iniziato a puntare sullo sviluppo in-house di prodotti finiti per il consumatore finale, rivolgendosi tra l'altro a designer internazionali per realizzare articoli appetibili anche all'estero. Così ora l'azienda ha anche dieci punti vendita in Giappone e vende in 15 Paesi, dall'America all'Europa, e si e' presentata anche a Milano al Fuorisalone.

Italiane all'estero: la storia di Marta nella provincia giapponese

Il personale è cresciuto a oltre 120 unità, tra cui, dallo scorso agosto, Marta, incaricata principalmente di promuovere e gestire i contatti con buyers e altri interlocutori stranieri. “Ho studiato giapponese all'Università di Torino e ho deciso di passare un anno all'estero, presso l'Università di Toyama, in quanto mi era stata offerta una borsa di studio – racconta Marta – Sono entrata quindi in contatto con alcune aziende. Qui non ci sono molti stranieri e le imprese si stanno internazionalizzando. Sono tornata in Italia per laurearmi e la Nousaku mi ha fatto una proposta di assunzione”.

Dallo scorso agosto, quindi, Marta si è trasferita a Takaoka per la sua prima esperienza lavorativa. Tra qualche mese l'azienda si trasferirà in una nuova sede limitrofa, dove tra l'altro conta di illustrare a circa 20mila di visitatori l'anno le tecniche di lavorazione dei metalli, presentandosi come un vero e proprio “hub” turistico di una zona che ha anche altre attrattive (dal terzo “Grande Budda” del Giappone al tempio Zuiryuji, dal parco dell'antico castello del clan Maeda alla Kanaya-machi, l'artica via degli artigiani die metalli).

Marta dovrebbe in parte occuparsi anche dei turisti stranieri, sempre più numerosi dopo l'apertura, l'anno scorso, della linea ferroviaria veloce Shinkansen tra Tokyo e Kanazawa. “Quando studiavo, prendevo ogni tanto il bus notturno per Tokyo nei weekend – dice Marta – Ci voleva tutta la notte, Ora bastano poco più di due ore. So che vari turisti italiani hanno cominciato ad andare a Kanazawa. Qui siamo sulla strada, c'è la fermata Shin-Takaoka. Potrebbe essere un'idea passare da queste parti e magari portarsi a casa qualche souvenir originale”.

Interessanti, in particolare, gli articoli in 100% stagno, che è il metallo più costoso dopo oro e argento: alcuni di essi possono fare ad esempio da cestini portafrutta o portafiori “variabili”, cambiando configurazione in quanto si possono piegare e manipolare, creando forme a piacere. Molti gli articoli di piccolo arredo, tra cui collezioni per la tavola realizzate in collaborazione con una designer francese. Una delle direzioni dell'ulteriore sviluppo aziendale è stata individuata nel settore medicale, con la realizzazione di strumenti in stagno (che ha alte qualita' antibatteriche).

Un consiglio ai giovani italiani che magari stanno finendo gli studi e non sanno bene che fare? “Direi di ‘buttarsi' - dice Marta - Se si ha una idea, provare a realizzarla anche cambiando aria. Tenendo presente che potrebbe essere l'unico momento in cui ci si può mettere alla prova seguendo una aspirazione, prima magari di essere frenati da radici piu' fisse come succede di solito dopo aver formato una famiglia. E in fondo si può cambiare o anche tornare indietro. Perchè, allora, avere paura?”.

© Riproduzione riservata