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Ostaggio italiano in Siria da 7 mesi

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rivelazione di un sito russo

Ostaggio italiano in Siria da 7 mesi

Un cittadino italiano, Sergio Zanotti, originario di Brescia, da sette mesi sarebbe prigioniero di un gruppo armato non identificato in Siria, secondo quanto riferisce oggi il sito russo News Front, che mostra un video mentre l'ostaggio chiede l'intervento del governo italiano per evitare una sua «eventuale esecuzione». Nel video l'uomo appare in ginocchio e tiene in mano un foglio con una data, che sembra essere il 15 novembre del 2016.

«Mi chiamo Sergio Zanotti. Sono sette mesi che sono prigioniero qua in Siria. Chiedo al governo italiano di intervenire nei miei confronti prima di una mia eventuale esecuzione», afferma l'italiano nel video di 16 secondi. L'uomo, che indossa un tradizionale abito arabo di colore bianco, viene mostrato in ginocchio, mentre tiene in mano un foglio con i numeri 15/11/2016 ad indicare la data della registrazione delle immagini girate in un campo alberato. Dietro di lui appare un uomo armato di mitra con il volto coperto.

Il video dell'ostaggio italiano in Siria

A quanto si apprende da fonti dell'Unità di crisi della Farnesina, le autorità italiane sono a conoscenza del video da diversi giorni, stanno seguendo il caso, sono in contatto con i famigliari di Zanotti, l'ex moglie e le figlie. Il ministero degli Esteri ha aggiunto che il caso è seguito da tutte le autorità competenti le quali tuttavia hanno definito il caso «anomalo». Nessuna richiesta di riscatto sarebbe giunta finora per il sequestro. Il Copasir, a quanto si apprende, è stato informato dall'intelligence sulla vicenda.

A maggio la denuncia della scomparsa
L'uomo, un ex imprenditore la cui impresa edile è stata dichiarata fallita, in passato era stato condannato a un periodo di detenzione per evasione fiscale.
A Marone, sulla sponda bresciana del lago di Iseo, vivono i parenti più stretti dell'uomo. Hanno riferito che Zanotti aveva programmato il viaggio all'estero nell'aprile scorso. Nelle sue intenzioni sarebbe dovuto durare solo pochi giorni. Invece dell'uomo si sono perse le tracce, e nel maggio scorso la famiglia ne aveva denunciato la scomparsa. I familiari hanno riferito di essere da tempo in contatto con la Farnesina.

La Procura di Roma ha avviato da alcuni mesi un fascicolo d'indagine sul caso. Gli accertamenti sono a carico di ignoti e sono stati avviati dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco. Gli inquirenti hanno ipotizzato il reato di sequestro di persona per fini di terrorismo. I dati emersi sinora indicano che Zanotti è partito dall'Italia per la Turchia, a poca distanza dal confine con la Siria, per non precisati motivi di lavoro. Ancora tutta da chiarire è poi la dinamica del rapimento e in quale contesto sarebbe avvenuto. Altrettanto confusa è la data precisa del sequestro ed il fatto che sinora non c'è stata alcuna rivendicazione. Al vaglio degli inquirenti anche il video diffuso oggi da un sito russo.

La ex moglie: «Pensavo fosse morto»
«Pensavo peggio, pensavo fosse morto»: così Yolande Mainer, ex moglie dell'imprenditore bresciano, ha risposto ai giornalisti che le chiedevano da quando non avesse notizie del suo ex marito. «Non ci sentivamo da maggio, da quando era partito», ha detto. «Ho visto il video, mi sono impressionata. Non era da lui. Mi hanno impressionato gli occhi». Da sei mesi, ha aggiunto, «sono in contatto con la Farnesina e mi è sempre stato detto di non parlare con nessuno della vicenda. Credo nel loro lavoro e spero che il padre delle mie figlie possa tornare a casa». La donna ha anche spiegato di non sapere perché Zanotti sia andato in Siria: «Ma lo conosco bene e penso lo abbia fatto per aiutare un amico».

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