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Brexit, Londra disposta a pagare per restare nel mercato europeo

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sterlina ai massimi dell’anno

Brexit, Londra disposta a pagare per restare nel mercato europeo

Lo skyline di Londra (Afp)
Lo skyline di Londra (Afp)

LONDRA - Con una gimkana retorica per affievolirne l'effetto, David Davis, ministro per la Brexit, ha smentito – in sostanza – se stesso, riconoscendo che Londra dovrà pagare all'Europa quote importanti, negli anni a venire, per poter partecipare al mercato interno. Rispondendo alle interrogazioni parlamentari, il ministro ha ribadito che il governo «vuole il miglior accesso possibile a beni e servizi (britannici n.d.r.) nell'Unione europea». Concetto che impone «di considerare» pagamenti al bilancio della Ue.

Sulla scia delle parole di Davis la sterlina vola nettamente sopra 1,26 sul dollaro e 0,83 contro l’euro, ai massimi da tre mesi, e la Borsa di Londra, di riflesso, cede circa l'1%, maglia nera in Europa (qui il cambio aggiornato tra sterlina ed euro).

IL CAMBIO EURO/STERLINA
EUR/GBP (Fonte: Thomson Reuters)

Crolla dunque il mantra dei brexiters che nel corso della campagna referendaria avevano insistito sul “rimpatrio”dei miliardi che Londra – come tutti i Paesi contribuenti netti - versano a Bruxelles. Non sarà così. E a confermarlo ci ha pensato anche il Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond, colomba nel governo May rapido nel cogliere l'importanza del passaggio espresso dal ministro per la Brexit . «Dobbiamo tenere l'uscio aperto a qualsiasi soluzione – ha detto Hammond – per questo David Davis ha fatto bene a non escludere contributi (al bilancio Ue)».

Tutto ciò non basta per dire che Londra stia calando la maschera e sia già pronta a scendere a più miti consigli, ma i segnali si moltiplicano. Ieri s'è saputo che il ministro degli esteri Boris Johnson ha detto di non essere contrario alla libera circolazione dei cittadini Ue. Lo ha detto nel corso di un incontro con quattro ambasciatori, precisando che era una sua visione personale non la linea dell'esecutivo. Sollecitato sul punto, Boris Johnson ha corretto il tiro con un'apparente marcia rispetto a quanto i diplomatici avevano fatto sapere. Una querelle che ha creato imbarazzo nel governo e soprattutto fra i falchi brexiters in queste ore di rinnovata polemica per l'alto numero di lavoratori Ue e immigrati extra comunitari che continuano ad affluire nel regno. L'ultimo rilevamento fissa in 335 mila il numero netto di immigrati ( sottratti i cittadini britannici espatriati ) arrivati di recente in Gran Bretagna.

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