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Austria, la destra sconfitta punta a elezioni anticipate

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Austria, la destra sconfitta punta a elezioni anticipate

Il nuovo presidente austiraco Alexander van der Bellen
Il nuovo presidente austiraco Alexander van der Bellen

VIENNA - Il titolo della conferenza stampa che domani terrà alla sede del partito presso il Parlamento di Vienna il candidato sconfitto dei liberal-nazionali, Norbert Hofer, è molto chiara: «Dalle elezioni alle elezioni». Insomma bisogna andare al voto quanto prima perché l'Fpoe è al primo posto nei sondaggi con il 27%, seguito a distanza da Socialdemocratici e Popolari. Come se non bastasse il segretario del partito Fpoe, Christian Strache, ha dichiarato alla stampa austriaca: «L'anno dei liberali (l’Fpoe) sarà il 2017». Insomma la destra estrema che ha perso con il 46,7% di Hofer contro il 53,7% del candidato indipendente proveniente dai Verdi, Alexander Van der Bellen, non si rassegna e prepara la rivincita.

La coalizione tra socialdemocratici e popolari, guidata dal nuovo cancelliere Christian Kern, ha superato uno scoglio importante ma la navigazione dell’esecutivo è in affanno a causa della litigiosità tra i due partiti storici. Intanto la disoccupazione è al 6,2%, gli affitti delle case sono balzati alle stelle e il potere di acquisto della classe media è in calo da cinque anni.
Che il paese sia spaccato a metà come una mela e con gravi conseguenze sociali e politiche è ben chiaro anche alla Chiesa cattolica austriaca. «Il Presidente neo-eletto deve diventare il capo di Stato per tutti gli austriaci e unire il Paese», ha detto il cardinale Christoph Schonborn, arcivescovo di Vienna e presidente della Conferenza episcopale austriaca, commentando le presidenziali.

Il risultato ha confermato il voto che già a maggio aveva visto il nuovo presidente austriaco affermarsi nel ballottaggio che fu successivamente annullato dalla Corte Costituzionale. «Mi congratulo con Alexander Van der Bellen e auguro al nuovo presidente la benedizione di Dio per la sua alta carica. Gli auguro una buona propensione a collaborare per rendere l'Austria un Paese stabile, libero e prospero. E gli auguro il buonsenso per il ruolo dell'Austria in Europa e nel mondo», ha detto il cardinale alle fonti di stampa cattolica. Insomma, una parte dell’Austria ha tirato un sospiro di sollievo, ma la partita è ancora aperta.

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