FRANCOFORTE - Sulla difensiva a causa della sua controversa politica di porte aperte ai rifugiati che lo scorso anno ha causato l'arrivo in Germania di un milione di persone, per lo più musulmani, il cancelliere tedesco Angela Merkel si è dichiarata per la prima volta favorevole alla proibizione del velo integrale e ha affermato che la situazione del 2015 «non si può e non si deve ripetere».

Al congresso del suo partito, la Cdu, a Essen, dove si è ripresentata, senza concorrenti, per la presidenza, in vista di candidarsi per un quarto mandato alla guida del Governo alle elezioni dell'autunno 2017, «le più difficili» della sua carriera politica, la signora Merkel ha ottenuto l'89,5% dei voti, una percentuale “bulgara” per qualsiasi altro politico occidentale, ma che si confronta con il 96,7% di due anni fa e il 97,9% del 2012: il calo viene attribuito proprio al tema dell'immigrazione, che ha diviso il partito, causato una frattura con gli alleati bavaresi della Csu e favorito l'ascesa del partito anti-immigrati Alternativa per la Germania (AfD) in diverse elezioni regionali e nei sondaggi nazionali.

La signora Merkel lo ha affrontato subito, nel suo discorso davanti a migliaio di delegati. Per la prima volta ha definito «inaccettabile» l'uso del burqa e sostenuto, come richiesto da una parte della base della Cdu, che debba essere vietato «quando sia legalmente possibile», oltre a ribadire il primato della legge tedesca sulla sharia, la legge islamica. Non è ancora chiaro come questo divieto posso tramutarsi in una norma, dato che la Costituzione difende la libertà di espressione religiosa, ma è un passo politico importante del cancelliere in direzione dei suoi critici e per riunificare il partito, dove l'ala conservatrice la accusa di aver spostato la Cdu troppo a sinistra e di rischiare una contaminazione dei valori della Germania con l'afflusso massiccio di persone di religione musulmana.

Lo slogan del Congresso, non a caso, è “I nostri valori. Il nostro futuro” e il cancelliere ha riscosso l'applauso più convinto quando ha parlato del divieto del velo integrale. E ha sollecitato gli elettori della Cdu, una parte dei quali ha defezionato a favore di AfD nei voti regionali degli ultimi mesi, a rifiutare le «soluzioni semplicistiche dei populisti». Il cancelliere ha ricordato anche che non tutti i profughi arrivati in Germania possono rimanere e che il 35% delle richieste di asilo non viene accolta, una conferma che i criteri di accoglienza hanno già subito e subiranno restrizioni, come prevede il programma del partito presentato a Essen.

Quanto c'è aria di elezioni, del resto, la Cdu, partito di Governo per eccellenza in Germania, tende a ricompattarsi. In un sondaggio diffuso domenica, è risalita al 37%, dopo l'annuncio il mese scorso della ricandidatura della signora Merkel e dopo che a primavera era scivolata fino al 30-32%, ed è nettamente in vantaggio sui socialdemocratici della Spd, al 22%, che non hanno ancora scelto chi sarà il rivale del cancelliere alle elezioni dell'anno prossimo. AfD è attorno al 13%, dopo aver toccato anche il 15 percento. Stando così le cose, per il cancelliere la preoccupazione più pressante è di recuperare voti per impedire che si formi una maggioranza alternativa rosso-rosso-verde (Spd-Linke-Verdi) a una che veda al centro l'unione democristiana Cdu/Csu. La combinazione delle alleanze nella prossima legislatura potrebbe essere complicata dalla presenza in Parlamento di sei partiti, se anche i liberaldemocratici, esclusi nel 2013, supereranno la soglia del 5% per rientrare al Bundestag.

La signora Merkel, che proprio a Essen fu eletta capo della Cdu per la prima volta nel 2000, dopo aver “tradito” il suo mentore Helmut Kohl e il delfino Wolfgang Schaeuble, e che è alla guida del Governo da undici anni, ha giocato le carte dell'esperienza e dell'economia, i suoi punti di forza. “Nel 2016 – ha detto – il mondo non si è rafforzato – anzi è diventato più debole e meno stabile”. Una foto diventata virale su internet nei giorni scorsi mostrava il cancelliere a un vertice internazionale con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il primo ministro britannico David Cameron, il presidente francese François Hollande e il presidente del Consiglio Matteo Renzi, tutti usciti di scena o sulla via di lasciare l'incarico.

Il cancelliere, che lunedì aveva detto di essere dispiaciuta per la sconfitta di Renzi nel referendum italiano e aveva elogiato le sue riforme, ha fatto un breve riferimento al voto, affermando che «anche dopo il referendum in Italia, dobbiamo rafforzare la competitività in Europa» ed evitare una seconda crisi dell'euro, rispettando il Patto di stabilità, e quindi la disciplina fiscale. Con una citazione di Kohl, ha ricordato che l'Unione europea è una «questione di guerra e pace». Facendo i complimenti a Schaeuble, ha definito il pareggio di bilancio ottenuto negli ultimi due anni dalla Germania «un traguardo straordinario». In economia, ha ricordato, la Germania da «malato d'Europa si è trasformata in àncora di stabilità», ha dimezzato la disoccupazione, creato 2,7 milioni di posti di lavoro negli ultimi cinque anni, portato l'occupazione al livello record di 43 milioni. Si è anche dichiarata contraria a ogni aumento di tasse nella prossima legislatura.

Questi successi però rischiano di essere offuscati, nella percezione dell'elettorato, da una questione più emotiva come quella dell'immigrazione. Un brusco richiamo che non tutto è risolto, anche se quest'anno gli arrivi sono crollati a 300mila, è venuto alla vigilia del congresso Cdu dallo stupro e omicidio di una ragazza di 19 anni da parte di un profugo afgano 17enne, arrivato nel Paese lo scorso anno e ospitato in una casa di accoglienza. Sono episodi come questo, o lo spettro di attentati terroristici di matrice islamica (come alcune episodi che si sono verificati l'estate scorsa), gli ostacoli più seri alla riconferma della signora Merkel e spiegano la correzione di rotta del discorso di Essen.

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