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Fca, accuse Usa per emissioni Jeep e Dodge

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Fca, accuse Usa per emissioni Jeep e Dodge

  • –Andrea Malan

Detroit

L’Environmental protection agency (Epa), l’agenzia americana per la protezione ambientale, accusa Fiat Chrysler di aver messo in vendita dal 2014 oltre 100mila veicoli con motori diesel dotati di un dispositivo che permette emissioni inquinanti superiori alle norme. Fca - afferma l’Epa - «ha installato e non comunicato all’Epa un software di gestione delle emissioni nei modelli degli anni 2014, 2015 and 2016 di Jeep Grand Cherokee and Dodge Ram 1500 con motori 3 litri diesel venduti negli Usa». Il numero di veicoli coinvolti è di 104mila. Alla notizia il titolo Fiat Chrysler è crollato in Borsa sia a Milano che a Wall Street, cedendo a Piazza Affari il 16% rispetto alla chiusura di mercoledì (a 8,78 euro) e recuperando poi nelle ore serali a New York dove il calo rispetto alla seduta precedente è stato di circa il 10%.

Secondo l’Epa il software che governa la centralina prodotta dalla tedesca Bosch permette in determinate condizioni livelli aumentati di emissioni di NOx (ossidi di azoto). Di conseguenza, scrive l’agenzia, «Fca potrebbe essere soggetta a sanzioni amministrative e decreti ingiuntivi» in relazione alle violazioni di cui è accusata. La stessa Epa chiarisce che la violazione di cui è accusata Fca è di tipo amministrativo e non assimilabile quindi al cosiddetto “defeat device” impiegato sui motori diesel Volkswagen per aggirare i test sulle emissioni. A tale proposito l’agenzia «sta verificando se i dispositivi di controllo delle emissioni non dichiarati costituiscano defeat device, che sono illegali». La penalità massima teorica, in base al numero dei veicoli, è di 4,6 miliardi di dollari, ma un Sergio Marchionne visibilmente irritato ha fatto notare che «per un caso molto più grave, Volkswagen ha pagato una multa molto inferiore (2,7 miliardi, ndr)». E ha aggiunto: «Nessuno di noi ha cercato di aggirare nulla. Possiamo anche aver commesso errori tecnici, ma rifiuto che ci venga fatta la morale».

Alla domanda se Fca dovrà accantonare fondi a copertura della multa, Marchionne ha risposto «spero di no». Fca nel comunicato si dice «dispiaciuta che l’Epa abbia deciso di emettere un avviso di violazione»; «ritiene che i sistemi di controllo delle emissioni soddisfino i requisiti di legge» e dice che «intende lavorare con la futura amministrazione per presentare i suoi argomenti e e risolvere la questione in modo giusto ed equo». I primi appuntamenti sono in realtà già previsti per oggi in Michigan e lunedì in California: Fca presenterà la soluzione proposta per ottenere l’omologazione dei modelli 2017. Se verrà accettata, potrà essere aggiornato in tempi brevi e a costi bassissimi anche il software dei modelli degli anni precedenti.

Dopo le polemiche in campagna elettorale, i tweet “protezionisti” di Donald Trump e i complimenti a Fca e Ford per gli investimenti annunciati negli Usa, l’ombra della politica americana si intravvede anche in questo caso. L’Epa attualmente è guidato da Gina McCarthy, ma il vertice è destinato a cambiare tra pochi giorni: Donald Trump ha scelto come amministratore dell’Epa Scott Pruitt, avvocato dello Stato in Oklahoma, un feroce critico dell’Agenzia e un negazionista in tema di impatto dell’uomo sui cambiamenti climatici. Una scelta in linea con una politica ambientale che si ritiene sarà meno severa. Marchionne ha parlato di «tempistica strana» per l’uscita pubblica dell’Epa («che ci ha avvisato stamattina alle otto»), anche se non l’ha voluta definire un dispetto a Trump da parte dell’amministrazione uscente.

Quelli che Marchionne ha definito «possibili errori tecnici nell’omologazione» potrebbero derivare da interpretazioni diverse sulle due sponde dell’Atlantico.

L’Epa ricorda che «nel settembre del 2015 (subito dopo lo scoppio del cosiddetto dieselgate, ndr) abbiamo istituito un programma di test per verificare la presenza di defeat device su auto e veicoli commerciali leggeri. I test hanno mostrato che i veicoli Fiat Chrysler in questione producono valori aumentati di NOx in condizioni che possono essere definite di normale utilizzo».

La presenza di valori di NOx elevati anche in condizioni di utilizzo assolutamente normali è stata riscontrata in Europa in automobili di numerosi costruttori, non solo di Fiat, ed è dovuta all’interpretazione estensiva delle norme europee che permettono di disattivare i dispositivi antinquinamento «per salvaguardare il motore». Questi superamenti dei limiti sono generalizzati e sono stati ampiamente tollerati in Europa. La normativa americana è spiegata in dettaglio dal sito del California Air Resources Board (Carb), che ha cooperato con l’Epa come già nel caso Vw: «Un dispositivo ausiliario di controllo delle emissioni può essere permesso in circostanze molto limitate, generalmente in condizioni di guida così estreme che potrebbero danneggiare il motore: per esempio, quando un furgone a pieno carico affronta una salita ripidissima, o con caldo o freddo eccezionali. Il dispositivo - che deve essere notificato - non può comunque operare se le condizioni di guida sono normali».

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