
Ripete «America First», «il potere oggi torna a voi, il popolo», promette di porre fine «alla carneficina americana» sociale ed economica, assicura «non vi deluderò mai». Donald Trump ha giurato alle 18 ora italiana, è il 45esimo presidente degli Stati Uniti. A Washington ci sono tre gradi, cielo nuvoloso, Donald J. Trump parla per sedici minuti.
Inizia con un grazie agli Obama «sono stati magnifici» poi attacca col «particolare significato di questa inaugurazione»: «Oggi noi non trasferiamo il potere semplicemente da un’amministrazione all’altra o da un partito ad un altro. Trasferiamo il potere da Washington D.C. e lo ridiamo a voi, il popolo».
«L’establishment protegge se stesso» dice, ma lui starà attento ai cittadini. «questo momento appartiene a voi». Si rivolge agli «uomini e le donne dimenticati di questo Paese, non lo saranno più, tutti vi ascolteranno adesso».
«America First» ripete, e vuole che lo sentano «in ogni città, in ogni capitale straniera, in ogni centro di potere: è questa la nuova visione che governerà questa terra». «Tutte le decisioni su commercio, tasse, immigrazione, politica estera - precisa - saranno prese guardando agli interessi dei lavoratori americani e delle famiglie americane» dice il presidente Trump che porrà fine all’«american carnage». Che seguirà «due regole: compra americano, assumi americano».
«Noi vi ridaremo i nostri sogni» promette, «ricostruiremo il nostro Paese», «più orgoglioso, più sicuro, più grande di nuovo» mentre ora il Paese sarebbe preda di gang, crimine, droghe.
Trump presidente è sempre Trump, non cita il partito repubblicano a cui formalmente appartiene ma il suo «movimento» che crede in un Paese «che esiste per servire i suoi cittadini. Gli americani vogliono scuole buone per i propri figli, aree sicure in cui vivere con le loro famiglie e buoni posti di lavoro. Si tratta di richieste ragionevoli, ma per molti la realtà è diversa».
Il discorso è molto breve, le frasi lunghe un tweet, il presidente ha fretta: «tutti i cambiamenti iniziano qui ed adesso», «non si accetteranno più politici che parlano soltanto senza agire». Dopo la cerimonia firma subito una particolare esenzione per permettere al generale Mattis di diventare segretario nazionale della difesa, una legge con cui istituisce la giornata nazionale del patriottismo, e sul sito della Casa Bianca spunta l’annuncio «Svilupperemo uno scudo spaziale all'avanguardia per proteggerci da attacchi missilistici di
Paesi come Iran e Corea del Nord».
Dal palco promette di agire contro il «terrorismo dell’Islam radicale». Elogia «l’America unita: non la può fermare nessuno», «in tutti gli americani, nonostante la loro razza - dice - scorre lo stesso sangue patriottico».
Stamattina ha twittato «il lavoro comincia» (ora sul sito della White House), è andato alla Casa Bianca con la moglie Melania «che piacere vederla, congratulazioni» lo ha accolto Obama con Michelle, insieme hanno bevuto il tè. Fuori, lungo il National Mall, 250mila aspettano il giuramento che Donald J. Trump farà su due Bibbie. Nelle strade di Washington si incontrano le due Americhe che accolgono il 45esimo presidente: tantissimi elettrizzati sostenitori, alcune migliaia di contestatori.
It all begins today! I will see you at 11:00 A.M. for the swearing-in. THE MOVEMENT CONTINUES - THE WORK BEGINS!
– Donald J Trump(DJTPOTUS)
La capitale è invasa da americani ma non come nel 2009: 900mila per Trump contro i due milioni per Obama nel 2009 che rispecchiano il basso tasso di gradimento, il 40 per cento degli americani lo appoggia secondo Gallup. Meno persone ma più tensione: si temeva una protesta più plateale di quella per il presidente Nixon nel 1973. Quasi trentamila agenti dispiegati fra strade, barricate, controlli, checkpoint.
È l’Inauguration Day più costoso della storia, 200 milioni, la metà spesa solo per la sicurezza. Il record precedente era di Obama nel 2009, allora furono spesi 170 milioni di dollari.
Ci sono i Bush e ci sono i Clinton, Hillary è tutta in bianco, completo pantalone e cappotto.
Di nero sono invece vestiti i manifestanti che ricordano i black block e si sono scontrati con la polizia in assetto anti-sommossa. Più di duecento gli arresti. Fra le vetrine infrante, il cartello «Make racist afraid again», parafrasi dello slogan elettorale «Make America Great Again» che ora apre il sito della Casa Bianca.
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