L’Europa batte un colpo a favore del rilancio delle banche e - quello che più conta - della crescita del credito all’economia reale. La proposta rilanciata ieri dall’Eba, l’Authority dei tanto criticati stress test, punta a costruire una bad bank europea per 1.000 miliardi di crediti in sofferenza (Npl) con fondi comunitari e con capitali privati che, almeno per tre anni, liberebbe i bilanci bancari dal peso delle sofferenze.
I dettagli tecnici sono tutti da approfondire, soprattutto con l’arcigna vigilanza bancaria della Bce, così come sono da verificare i necessari via libera politici dei singoli Paesi dell'Unione. La proposta dell’Eba segna tuttavia un passo avanti nel dibattito europeo sul tema del credito ed in questo senso è di buon auspicio l’immediato plauso al progetto arrivato da parte del direttore generale (tedesco) del fondo Esm Klaus Regling. La Germania, come è noto, da sempre rifiuta qualunque progetto europeo che porti alla condivisione dei rischi bancari (a partire dalla garanzia comune dei depositi) o alla mutualizzazione dei debiti. L'Eba non propone questo, se non per un periodo transitorio di tre anni. Periodo che servirebbe al fondo europeo per comprare gli Npl dalle banche a valori più vicini alla media degli attuali valori di bilancio, e non a quelli di un mercato che non esiste, per poi rivenderli gradualmente. Se al termine dei tre anni l'operazione non sarà riuscita, i crediti in sofferenza torneranno nei portafogli delle singole banche che li avevano ceduti in precedenza.
La svolta ha un duplice valore per il settore bancario europeo e in particolare italiano. Il primo è che, se anche il progetto non dovesse avere un successo definitivo, è evidente che il progetto garantirebbe tre anni di tempo alle banche per migliorare la redditività senza l'ossessione delle regole sul capitale. Il secondo è che, per la prima volta, un’Autorità europea riconosce che gli attuali prezzi di mercato degli Npl non hanno senso economico e sono oggetto di distorsione da parte di un «oligopolio» di compratori, secondo la definizione del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco al Forex di Modena, che punta a massimizzare il rendimento dei propri investitori approfittando delle necessità regolamentari delle banche.
Una situazione anomala creata in gran parte dalla «giovane» Vigilanza europea della Bce. Che ufficialmente sostiene di equiparare i rischi di credito a quelli di mercato, ma che da più parti (compreso la Francia) viene accusata di fissare arbitrariamente i criteri sul capitale. Oggi la numero uno dell’Ssm Daniele Nouy sarà a Roma per incontrare i banchieri italiani. Chissà se si esprimerà a favore della proposta dell’Eba sulla bad bank europea.
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