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Prime scintille Trump-Iran. Khamenei: è inesperto

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dopo il test missilistico

Prime scintille Trump-Iran. Khamenei: è inesperto

Donald Trump e Rex Tillerson che oggi ha giurato come segretario di Stato
Donald Trump e Rex Tillerson che oggi ha giurato come segretario di Stato

E arrivò il giorno in cui il nuovo presidente si ricordò degli ayatollah, e un importante consigliere della Guida Suprema Ali Khamenei diede a Trump dell’inesperto. Dopo i messicani e gli australiani e il bando contro i cittadini dei sette paesi islamici che per novanta giorni non possono entrare negli Stati Uniti, il presidente Trump twitta e condanna l’accordo nucleare firmato da Barack Obama «il peggiore possibile».

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Il Trump pensiero sull’accordo del 5+1 raggiunto nel luglio 2015 era noto, ancor più quello del suo consigliere per la sicurezza Michael Flynn ma gli iraniani non si sono fatti pregare, hanno aperto le ostilità con un test missilistico «concluso con pieno successo» annunciano, il contrario di quanto avevano fatto trapelare gli americani. Il ministro della Difesa iraniano, il generale Hossein Dehqan, dice che il test non viola né l'accordo sul nucleare né la risoluzione del Consiglio di sicurezza 2231. Il consigliere per la Sicurezza nazionale maericano, generale Flynn, in questi giorni nelle foto dallo Studio Ovale mentre Trump è al telefono, ieri ha subito reagito «da oggi siete ufficialmente avvisati».

Avviso che in pratica ancora non vuol dire nulla se non mettere in chiaro che la musica a Washington è cambiata. Donald lo sottolinea oggi con due tweet in cui si rammarica che l’Iran sarebbe collassato se gli Stati Uniti non gli avessero offerto un accordo così vantaggioso.

Qualche ora dopo la diplomazia iraniana fa sapere tramite tv di stato che le affermazioni di Flynn sono «ripetittive, provocatorie, senza basi». Ali Akbar Velayati, consigliere anziano del leader supremo Ali Khamenei, definisce le minacce della Casa Bianca «inefficaci», le parole di Trump «provocatorie» pronunciate «da una persona senza esperienza», e le esercitazioni missilistiche «attività di difesa».

Con Trump alla Casa Bianca il Medio Oriente si aspetta cambiamenti anche traumatici, gli Emirati si affrettano a confermare fedeltà e approvano il bando anti-musulmani (ufficialmente anti-terrore), ma sembra che i nuovi governanti americani non abbiano ancora una visione di insieme.

Qualche giorno fa, celebrando i rapporti fra i due Paesi, il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov ha ribadito l’amicizia con l’Iran «un vicino di casa
gentile e un vecchio partner della Russia». Se Mosca vuole un buon rapporto con Washington - e i contatti per un incontro Trump-Putin prima del G7 di Taormina sembrano confermarlo - e vuol essere protagonista in Medio Oriente, avrebbe interesse a far dialogare americani e iraniani. Se la Casa Bianca vuole come sembra fare della Russia un alleato, dovrebbe considerare che l’Iran è un alleato russo nello scacchiere mediorientale.

La prima occasione per disegnare una nuova mappa forse sarà la conferenza sulla Sicurezza di Monaco, probabile primo appuntamento fra Lavrov e il collega americano Rex Tillerson, oggi confermato dal Senato come nuovo segretario di Stato: nel pomeriggio si è presentato scherzando «Hi, I’m a new guy» alla sua nuova squadra a cui ha detto «non lasciate che le convinzioni personali ostacolino il nostro lavoro». Il discorsetto di presentazione è durato dieci minuti, cadenzati e cordiali gli applausi.

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