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Meno tasse e più spesa in India

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MISURE PRO-CRESCITA

Meno tasse e più spesa in India

(Olycom)
(Olycom)

Più spesa pubblica e meno tasse per Pmi e redditi bassi. Alla vigilia di importanti scadenze elettorali in cinque Stati dell’Unione indiana, il Governo Modi vara una manovra pro-crescita e che strizza l’occhio agli elettori, dopo lo scivolone della complessa operazione di demonetizzazione lanciata tre mesi fa. L’obiettivo era contrastare l’evasione fiscale e la diffusione di banconote false, ritirando i tagli da 500 e mille rupie, l’86% di tutto il denaro circolante. Il risultato è stato un notevole disagio per cittadini e imprese e la frenata dei consumi e della crescita.

Il budget presentato mercoledì dal ministro delle Finanze Arun Jaitley prevede maggiori fondi per le aree rurali (+24%), per la lotta alla povertà e per le infrastrutture, alle quali andranno 59 miliardi di dollari. Le Pmi con ricavi fino a 7,4 milioni di dollari, il 96% delle imprese indiane, potranno contare su una riduzione dell’aliquota d’imposta dal 30 al 25%, così come i contribuenti meno abbienti, con redditi compresi tra i 3.700 e i 7.400 dollari, la cui aliquota viene dimezzata al 5%. Sui redditi più alti arriverà al contrario una sovratassa del 10%. Nel complesso, i tagli sulle imposte dirette valgono 3 miliardi di dollari e la spesa pubblica sale del 6,6%.

Il target per il rapporto deficit-Pil per l’anno di bilancio 2017/18 è stato alzato dal 3 al 3,2% (dal 3,5% di quest’anno). Per raggiungere l’obiettivo, sono previste privatizzazioni per 10,7 miliardi di dollari. Gli investimenti pubblici saliranno del 25,4%, mentre la spesa per la sanità crescerà del 28%.

Restano a bocca asciutta le banche. Nel budget, Jaitley ha trovato appena 1,5 miliardi di dollari da pompare nei loro bilanci, zavorrati da ingenti crediti in sofferenza.

La crescita dell’economia indiana registrerà quest’anno una frenata attorno al 6,5%, per poi tornare tra il 6,75 e il 7,5% l’anno prossimo.

Per tagliare la burocrazia e facilitare gli investimenti diretti esteri, viene abolita l’Agenzia che si occupa di promuoverli.

Infine, c’è anche un giro di vite sul finanziamento ai partiti, che contano molto su donazioni anonime per coprire le spese elettorali nella più grande democrazia al mondo (e tra le più affette da corruzione e clientelismo). I partiti, d’ora in poi, dovranno dichiarare i loro redditi e non potranno accettare donazioni in contanti superiori a 2mila rupie (30 dollari), dai 20mila attuali.

Domani si apriranno le urne negli Stati del Punjab e Goa. Saranno seguiti dall’Uttar Pradesh e poi da Uttarakhand e Manipur. I risultati arriveranno l’11 marzo. Per il premier Narendra Modi, saranno battaglie fondamentali per spostare a suo favore gli equilibri nella Camera alta, dove il suo partito è in minoranza e dove si sono arenate molte delle riforme tentate dal Governo. Sarà vitale soprattutto l’Uttar Pradesh, lo stato più popoloso dell’India, con oltre 75 milioni di persone che lavorano nell’agricoltura e 155 milioni di persone che vivono nei villaggi rurali.

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