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4/5 Giappone: il negoziato slitta

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    oggi vota l’europarlamento

    Dal Vietnam agli Usa: le trattative Ue sul libero scambio dopo il Ceta

    Con il voto di oggi sull’accordo di libero scambio con il Canada, arriva un segnale importante sulla direzione che prenderà la politica commerciale dell’Unione europea, nell’attuale fase di ritorno del nazionalismo (o sovranismo) e di accentuazione delle tentazioni e delle pratiche protezionistiche. A risentire del voto di oggi, in un modo o nell’altro, saranno in primo luogo gli altri trattati in fase di negoziazione o in attesa di ratifica: Vietnam, Singapore, Giappone e Stati Uniti i più importanti.

    4/5 Giappone: il negoziato slitta

    In programma per fine 2016, l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Giappone è stato rimandato al 2017, senza troppe speranze di chiudere in fretta. I negoziati sono stati lanciati ufficialmente il 25 marzo del 2013. A tirare il freno in questo caso è Tokyo, riluttante a fare concessioni sui punti controversi, al fine di rilanciare un interscambio da oltre 100 miliardi di euro nelle merci e oltre 40 miliardi nei servizi. La Ue chiede forti tagli in tempi brevi ai dazi sui prodotti agroalimentari e sul vino, impegni precisi sulla rimozione delle barriere non tariffarie (per esempio nel settore automobilistico) e una maggiore facilità di accesso agli appalti pubblici e al comparto dei servizi. A Tokyo sta a cuore soprattutto l’eliminazione dei dazi sull’import di auto e componentistica e sui prodotti elettronici (sui quali è in svantaggio rispetto ai produttori sudcoreani, che godono già dei vantaggi dell’Fta con la Ue). Al G20 dei ministri degli Esteri in Germania domani, il ministro degli esteri Fumio Kishida ne discuterà con la commissaria Cecilia Malmström.

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