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1/5 Il Ceta alla prova del nove

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    oggi vota l’europarlamento

    Dal Vietnam agli Usa: le trattative Ue sul libero scambio dopo il Ceta

    Con il voto di oggi sull’accordo di libero scambio con il Canada, arriva un segnale importante sulla direzione che prenderà la politica commerciale dell’Unione europea, nell’attuale fase di ritorno del nazionalismo (o sovranismo) e di accentuazione delle tentazioni e delle pratiche protezionistiche. A risentire del voto di oggi, in un modo o nell’altro, saranno in primo luogo gli altri trattati in fase di negoziazione o in attesa di ratifica: Vietnam, Singapore, Giappone e Stati Uniti i più importanti.

    1/5 Il Ceta alla prova del nove

    Il trattato con il Canada entrerà parzialmente in vigore a primavera dopo la difficile firma dei Ventotto, complicata dallo stop imposto dalla Vallonia (una regione di 3,5 milioni di abitanti) e dopo l’approvazione dell’Europarlamento. Per entrare in vigore in tutte le su parti serve ora la ratifica del Senato canadese e dei 38 Parlamenti nazionali e regionali dei 28 Stati membri. Il trattato prevede l’abolizione dei dazi su circa 9mila prodotti industriali e agricoli, vale a dire il 99% delle tariffe esistenti. Secondo le stime dei sostenitori del Ceta (Comprehensive economic trade agreement), l’intesa, raggiunta nel 2014, dovrebbe aumentare l’interscambio tra Canada e Unione europea del 20%. Il Canada riconoscerà 145 indicazioni geografiche tipiche, 41 delle quali italiane, come Grana Padano e Chianti, che otterrebbero una maggior tutela contro le imitazioni.

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