BRUXELLES. La Commissione europea ha inviato oggi ai cinque principali paesi europei, tra cui l’Italia, un parere motivato per il mancato rispetto della legislazione sull’inquinamento dell’aria. La procedura d’infrazione giunge così al secondo stadio di un iter iniziato con una lettera di messa in mora. I paesi hanno due mesi di tempo per rispondere alle richieste di spiegazione di Bruxelles che in ultima analisi ha il potere di deferire i governi dinanzi alla giustizia comunitaria.
Secondo la Commissione europea, i cinque paesi violano le regole sull’inquinamento atmosferico nelle città, superando per molti giorni ogni anno i limiti stabiliti dall’Unione europea sulla concentrazione di NO2, vale a dire il biossido di azoto prodotto tra le altre cose dalle automobili che funzionano con carburante diesel. Oltre all’Italia, i paesi in violazione della legislazione comunitaria sono la Francia, la Germania, la Spagna e la Gran Bretagna.
Il parere motivato inviato all’Italia riguarda 12 zone urbane del paese, tra cui Roma, Milano e Torino. Anche la Germania è particolarmente colpita: 28 le aree urbane dove i tetti delle emissioni nocive sono superati (tra queste Berlino, Monaco, Amburgo e Colonia). In Francia, le città più inquinate sono Parigi, Marsiglia e Lione. La decisione comunitaria giunge mentre in molte città europee le autorità locali sono state obbligate a introdurre limiti alla circolazione delle auto.
«Anche se spetta alle autorità degli Stati membri decidere le opportune misure per rispettare i limiti di NO2, maggiori sforzi sono necessari a livello locale, regionale e nazionale (…) per salvaguardare la salute pubblica», si legge nella documentazione pubblicata oggi. Bruxelles calcola che in Europa più di 400mila persone muoiono ogni anno prematuramente a causa della bassa qualità dell’aria. Il NO2 ha provocato 70mila morti premature nel 2013, tre volte più delle vittime di incidenti stradali.
«Ciò che la Commissione europea ha deciso oggi è essenziale. Le leggi sull’inquinamento dell’aria sono state varate per proteggere la nostra salute. I bambini che crescono nelle aree urbane non dovrebbero essere costretti a inalare emissioni nocive che provocano bronchiti, asma e altre malattie», ha detto in un comunicato Louise Duprez, una rappresentante dell’organizzazione non governativa European environmental bureau con sede a Bruxelles.
Due sono i principali testi che regolamentano l’inquinamento atmosferico. Il primo è una direttiva sulla qualità dell’aria che introduce limiti alla concentrazione di alcune sostanze inquinanti. Il secondo testo è la direttiva che adotta tetti alle emissioni nocive dei singoli paesi membri. Quest’ultima è stata rivista nello scorso dicembre. Sempre secondo lo European environmental bureau, i limiti sulla qualità dell’aria sono attualmente violati in 130 città di 23 paesi su 28.
Sempre oggi, la Commissione europea ha inviato al governo italiano un altro parere motivato, questa volta relativo al trattamento dei rifiuti. La legislazione europea prevede che le regioni rivedano ogni sei anni la loro strategia in questo campo. Nove entità locali – l’Abruzzo, la Basilicata, la provincia autonoma di Bolzano, l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Piemonte, la Sardegna e la Sicilia – sono in ritardo. I loro piani risalgono al 2008, se non addirittura a una data precedente.
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