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Addio volatilità, Trump «addomestica» Wall Street

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Addio volatilità, Trump «addomestica» Wall Street

(Afp)
(Afp)

Lo spauracchio Trump (così era definito da svariate Cassandre il neo-presidente Usa prima di essere eletto) si è trasformato a sorpresa nel Re Mida di Wall Street. Ogni sua dichiarazione («la prossima settimana lanceremo una fenomenale riforma fiscale», «renderemo più agevoli le procedure di rimpatrio dei capitali esteri», ecc.) sta trasformando in oro le azioni della principale Borsa del mondo. I tre principali indici (S&P 500, Dow Jones e Nasdaq) sono sui massimi di tutti i tempi. Dall’8 novembre (vittoria di Trump) Wall Street ha guadagnato quasi il 10% e i titoli bancari sono saliti addirittura del 30%.

E c’è un altro dato che dovrebbe far impallidire le Cassandre che in massa lo scorso autunno avevano profetizzato il panico finanziario che sarebbe seguito alla vittoria del magnate. L’indice Vix, che misura la volatilità dell’S&P 500, viaggia sui minimi di tutti i tempi. Come un mare senza onde, oscilla ormai da giorni tra 10 e 11 punti. Negli ultimi tre mesi è sempre stato al di sotto dei 14 punti e dal picco di oltre 22 punti toccato il 4 novembre (a ridosso delle elezioni Usa) è crollato del 50%. Un abisso rispetto agli 80 punti ai tempi del fallimento di Lehman Brothers.

Il Vix, tra le altre cose, tiene conto del bilancio delle opzioni sull’S&P 500 (al rialzo e/o al ribasso) che gli investitori hanno in portafoglio. Ed è anche una misura di quanto costa proteggersi da potenziali perdite che la Borsa Usa potrebbe accusare nei successivi 30 giorni. Quando il Vix vola basso vuol dire, molto semplicemente, che ci sono pochi investitori disposti ad acquistare assicurazioni che proteggano da una caduta repentina di Wall Street. Nell’attuale era di abbondante liquidità generata dalle banche centrali gli investitori preferiscono vendere le opzioni sull’indice e acquistare direttamente le azioni approfittando delle mini correzioni al ribasso.

Ma è normale che il Vix sia così basso? Non sarà forse che dietro questa prolungata e sorprendente quiete si nascondano le avvisaglie di una tempesta? Del resto il Vix volava così basso anche nel 2007 - prima che scoppiasse la bolla dei derivati subprime - e nel 1994 - prima che l’allora presidente della Federal Reserve Alan Greenspan raddoppiasse al 6% i tassi di interesse a breve termine scatenando il panico sul mercato dei bond (che visse il peggiore anno dal 1920).

Secondo la maggior parte degli addetti ai lavori questa volta potrebbe andare diversamente, ovvero il rally di Wall Street potrebbe proseguire ancora per un po’. Il rally in corso sembra avere così tanta forza che sono in pochi a mettervisi contro, come dimostra il numero esiguo di opzioni put (ribassiste) in essere sull’indice S&P 500.

«Trump sembra aver appagato la brama degli investitori promettendo: una crescita più alta, inflazione sostenuta, maggiore deregulation, forti stimoli fiscali - spiega Vincenzo Longo, strategist di Ig -. Cosa possono volere di più gli operatori? È vero che qualcuno potrebbe insospettirsi, ma credo che non sia ancora arrivato quel momento».

Quindi, finché i mercati crederanno alla versione “Trump Re Mida” l’attuale basso livello del Vix non sembra irrazionale. Ciò che invece è estremamente pericoloso è il fatto che gli attuali livelli esprimono una totale compiacenza degli investitori verso la politica di Trump, come se non ci fosse alternativa al rialzo continuo ed ininterrotto del mercato azionario statunitense.

twitter.com/vitolops

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