La paura del terrorismo e il rinnovato allarme per la sicurezza irrompono nella campagna per le presidenziali francesi, minacciando la rimonta del candidato centrista Emmanuel Macron, in recupero nei sondaggi che precedono il dibattito televisivo di questa sera tra i cinque principali candidati. Dopo l’attacco sventato sabato all’aeroporto di Orly, stamattina sono stati evacuati per un allarme bomba (poi rientrato) gli uffici della Procura che si occupa di reati finanziari, a Parigi.
L’ultimo sondaggio in vista del voto del 23 aprile, diffuso proprio stamattina da Opinionway, vede in realtà ancora in testa la candidata del Front National, Marine Le Pen, con il 27% de consensi contro il 23% di Macron. Ma le rilevazioni diffuse nel fine settimana davano il 39enne candidato di En Marche! alla pari o davanti alla Le Pen, con il 26-26,5% dei consensi. Un vantaggio che poi, al secondo turno, secondo le stesse rilevazioni demoscopiche si tradurrebbe in una vittoria con oltre il 60% dei voti. Più staccato, con il 17-19%, il candidato dei Républicains, François Fillon. Ancor più indietro il candidato socialista, Benoit Hamon, e quello della sinistra alternativa, Jena-Luc Melenchon.
Stasera però, nel primo dibattito televisivo a cinque della storia elettorale francese (il confronto tradizionale è un faccia a faccia tra i due sfidanti prima del ballottaggio), Macron rischia di subire attacchi incrociati, da destra e da sinistra. E uno dei temi chiave, soprattutto delle stoccate della candidata del Fn, sarà senza dubbio la sicurezza, su cui peraltro i due possibili avversari al ballottaggio hanno cominciato ad affilare le armi in un confronto a distanza, affidato a interviste domenicali. Marine Le Pen, intervistata dall’emittente France 3, ha promesso di incrementare il budget destinato alla difesa, portandolo al 2% del Pil (il target Nato, ndr) entro il 2018. Emmanuel Macron ha detto al Journal du Dimanche che intende aumentare le forze di sicurezza di 10mila unità e che vuole reintrodurre un servizio militare obbligatorio, seppure in versione light.
Intanto, alla vigilia del dibattito, il think-tank liberale iFrap ha analizzato i programmi dei principali candidati e stilato le sue pagelle. Per quanto riguarda i piani economici, il voto più alto va a François Fillon, il cui programma viene definito «il più efficace» per effetto di un mix di tagli alla spesa pubblica e alle tasse in grado di «stimolare l’economia». Le misure proposte da Macron sono giudicate «equilibrate», ma «la sua strategia attendista non appare la più adatta». Non sorprende invece la bocciatura dei programmi degli altri tre principali candidati, troppo basati a giudizio dell’iFrap su aumento della spesa pubblica e del deficit.
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