L’incontro non era stato annunciato: non è usuale, del resto, che un capo di Stato riceva leader di partiti stranieri, sia pure candidati a elezioni presidenziali. Eppure, dopo essere intervenuta alla commissione Affari esteri della Duma, venerdì mattina a Mosca, Marine Le Pen non si è presentata a un briefing con la stampa: è andata al Cremlino a visitare una mostra di arte gotica francese, ha spiegato lo speaker del Parlamento russo Vjaceslav Volodin. E invece, poco dopo, la leader del Front National è apparsa effettivamente al Cremlino, ma a colloquio con Vladimir Putin. A un mese dal primo turno del voto francese.
Sia lei che l’ospite devono aver considerato più vantaggioso che dannoso farsi vedere insieme. In novembre, con la vittoria di François Fillon alle primarie dei Républicains, il Cremlino era sembrato preferire a Marine Le Pen il candidato in ascesa del centro-destra, più moderato ma ugualmente ben disposto verso la Russia di Putin. Soprattutto, contrario al proseguimento del regime delle sanzioni. Le difficoltà di Fillon devono aver convinto Mosca a rilanciare i legami con Marine, per non prendere rischi, mentre lei ha scommesso sull’impatto positivo, tra i suoi elettori, di una foto con Putin. Malgrado le preoccupazioni europee, da Trump in poi, per le sospette interferenze russe nei processi elettorali altrui, a vantaggio dei movimenti populisti ed eurofobi.
E infatti i dirigenti del Front National si sono affrettati a chiarire di non essere andati a Mosca in cerca di denaro: sul partito grava l’ombra di un prestito di 9 milioni di euro concesso nel 2014 da una banca privata moscovita, la First Czech-Russian Bank, poi fallita. «Nessuna banca russa finanzierà la campagna elettorale (di Marine Le Pen, ndr), lo posso garantire al 100%. Abbiamo delle piste altrove ma non in Russia», ha detto alla radio Franceinfo Florian Philippot, vice della Le Pen. Nicolas Bay, segretario generale del partito, ha invece rimarcato il prestigio guadagnato sulla scena internazionale dalla «meno isolata tra tutti i candidati alle presidenziali». Marine, ha detto, gode del sostegno «di Donald Trump a ovest e Vladimir Putin a est».
L’agenda in comune
Lei, nel mezzo, ha enfatizzato ciò che più l’avvicina all’agenda del presidente russo: «Questo incontro è particolarmente importante ora che una grave minaccia terroristica incombe su tutti noi», ha detto la leader dell’estrema destra francese, a due giorni dall’attacco al Parlamento britannico. I Paesi europei, ha detto Marine Le Pen a Putin, dovrebbero condividere con i servizi di sicurezza russi le informazioni utili a prevenire gli attentati.
“In questi ultimi anni è emerso un nuovo mondo. È il mondo di Vladimir Putin, il mondo di Donald Trump, di Narendra Modi in India. E probabilmente io sono quella che condivide con queste grandi nazioni una visione di cooperazione”
Marine Le Pen
Il presidente russo da parte sua ha sottolineato come «la distruzione dei modelli di vita tradizionali in Medio Oriente conducano a un aumento della violenza e dei flussi migratori» entro cui si insinuano i semi dell’estremismo in Europa. Rivendicando il diritto di «incontrare i rappresentanti di tutte le forze poli tiche come fanno i nostri partner, in Europa e negli Stati Uniti», pur senza «cercare in alcun modo di influenzare gli eventi», Putin ha definito Marine «rappresentante di uno spettro politico che si sviluppa molto rapidamente in Europa».
Tornata in albergo, la candidata ha ringraziato assicurando che, se eletta, il suo primo gesto nei confronti della Russia sarà «riflettere su una rapida abolizione delle sanzioni ingiuste e controproducenti», se anche i russi allenteranno l’embargo. Putin le ha augurato buona fortuna. «In questi ultimi anni è emerso un nuovo mondo - ha detto Marine -. È il mondo di Vladimir Putin, il mondo di Donald Trump, di Narendra Modi in India. E probabilmente io sono quella che condivide con queste grandi nazioni una visione di cooperazione, e non di sottomissione».
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