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Trump, una foto nello stretto di Sunda svela la gaffe navale

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l’armada non c’è

Trump, una foto nello stretto di Sunda svela la gaffe navale

La portaerei Vinson fotografata il 15 aprile ancora nell’Oceano Indiano
La portaerei Vinson fotografata il 15 aprile ancora nell’Oceano Indiano

Una foto svela la gaffe navale dell’Amministrazione Trump. La portaerei americana e altre quattro navi definite da Donald Trump in tv «l’Armada» non sono dove dovrebbero essere: nelle acque del Mar del Giappone a fare da deterrente alle manie missilistiche e nucleari della Nord Corea.

L’annuncio fatto dalla Casa Bianca la scorsa settimana e magnificato da Trump in tv per ora è solo un annuncio. Mancano le navi. Peggio: il 15 aprile, nelle ore pre-pasquali mentre Trump twittava «Kim jong Un cerca guai» e quello rispondeva traminte un suo ministro «siamo pronti a ogni tipo di guerra», la portaerei Vinson veniva fotografata nell’Oceano Indiano, molto lontano dall’obiettivo.

Il contrattempo nasce dal fatto che quando a Washington hanno deciso di dare un segnale a Kim Jong Un, la portaerei Carl Vinson e altre 4 navi da guerra stavano navigando in direzione opposta diretti nell’Oceano Indiano per partecipare a un’esercitazione con la marina australiana, a 3500 miglia dalla Corea Nord.

La Vinson, scrive ora il New York Times, arriverà in zona solo la prossima settimana, come ha precisato il Pentagono, da qui l’imbarazzo alla Casa Bianca che si era fidata delle indicazioni della Difesa.

Pare che l’errore sia attribuibile sia a un prematuro annuncio dal parte dei militari del Commando del Pacifico sia a un erronea spiegazione del segretario della Difesa Jim Mattis.

Fatto sta che i vertici dell’Amministrazione Trump hanno minacciato un attacco preventivo in caso di provocazioni della Nord Corea, ma l’attacco doveva essere condotto dalla Vinson che ancora è ben lontana dalla meta.

La Vinson è stata fotografata a largo delli isole indonesiane, nello stretto di Sunda, ma non potrà essere nel Mar del Giappone prima della prossima settimana. Il che non cambia molto le cose da un punto di vista politico ma certo non aiuta la narrativa di Trump e dei suoi uomini che aveva annunciato l’attacco come imminente.

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