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Scissione nella yakuza, allarme violenza in Giappone

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Scissione nella yakuza, allarme violenza in Giappone

Tempi duri per la yakuza, la mafia giapponese: nuovi leggi repressive hanno reso più difficile la vita alle gang criminali e finiscono per favorire scissioni tra le organizzazioni più potenti. La polizia giapponese è in stato di allerta dopo la notizia che alcuni dei principali membri della Kobe Yamaguchi-gumi hanno deciso di lasciare la potente gang per creare una organizzazione distinta, il che potrebbe portare a una fase di violenti contrasti. Il nome del nuovo gruppo sarebbe Ninkyo Daintai Yamaguchi-gumi, rappresentato - anche se non in veste di vero e proprio capo - da un ex pezzo grosso dell'organizzazione, il cinquantenne Yoshinori Oda (Yoshinori Kin il suo vero nome).

La stessa Kobe Yamaguchi-gumi è il frutto di una scissione avvenuta nell'agosto di due anni fa all'interno della più potente organizzazione criminale giapponese, la Yamaguchi-gumi (sempre con sede centrale a Kobe): evento scatenante di una lotta che è costata la vita ad almeno 25 persone.
In totale, si calcola che in Giappone gli affiliati alla Yakuza siano circa 60mila, anche se la polizia stima che i membri a tutti gli effetti siano scesi sotto il minimo storico di 20mila. Pochi rispetto al picco di oltre 180mila nei primi anni Sessanta.

Si stenta a crederlo, ma in Giappone queste organizzazioni non sono proibite: sono registrate presso la polizia e hanno indirizzo e biglietti da visita. Un modo per tenere in qualche modo sotto controllo il lato oscuro della società nipponica. Dopo una serie di provvedimenti repressivi e le sanzioni decise dal Ministero del Tesoro americano contro la yakuza, questo “controllo” si va facendo più arduo, mentre gli affiliati delle gang giapponesi stanno abbandonando i loro cosiddetti codici di onore e i capi fanno fatica a controllare i membri riottosi. Così si moltiplica il numero dei delinquenti freee-lance dediti a reati che suscitano allarme sociale.

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