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L’Asia dice no al protezionismo

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America e Asia24

L’Asia dice no al protezionismo

No al protezionismo e più collaborazione contro le crisi finanziarie: è il messaggio che esce dal vertice tra i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali di Giappone, Cina e Corea del Sud svoltosi oggi a Yokohama a margine della riunione del board dei governatori dell'Asian Development Bank. I leader finanziari dell'Asia orientale concordano sul fatto che «il commercio rappresenta uno dei più importanti propulsori della crescita economica e dello sviluppo, contribuendo a miglioramenti nella produttività e alla creazione di posti di lavoro», recita un comunicato emesso al termine del summit trilaterale, che sottolinea poi: «Resisteremo a tutte le forme di protezionismo». Uno statement che era stato rimosso dal comunicato dell'ultimo G20 di marzo in Germania su pressioni dell'Amministrazione Trump.

Per il resto, la trilaterale ha espresso un certo ottimismo sulla congiuntura: le economie asiatiche dovrebbero confermare una crescita relativamente solida grazie alla ripresa ciclica del manifatturiero e degli interscambi. A 20 anni dallo scoppio della crisi finanziaria asiatica, è stato infine ribadito l’impegno a contrastare l’instabilità finanziaria: «Continueremo a attuare un alto livello di comunicazione e coordinamento tra Cina, Giappone e Corea per far fronte a possibili instabilità finanziarie in un contesto di crescente incertezza sull'economia globale e di tensioni geopolitiche».

A Yokohama c'è stato un vertice finanziario anche tra Giappone e i Paesi dell'Asean finalizzato a rafforzare la cooperazione per il caso di eventuali future crisi. È stato annunciato un nuovo accordo di principio per un Bilateral Swap Arrangement fino a 3 miliardi di dollari tra la Banca del Giappone e Bank Negara Malaysia. Firmata una intesa simile anche con la Thailandia.
Quanto all'Asia Development Bank (a guida giapponese e americana), sta emergendo la prospettiva di rapporti più approfonditi con la AIIB a guida cinese, che terrà il mese prossimo il suo meeting annuale nell'isola sudcoreana di Jeju. Alla AIIB non partecipano Giappone e Stati Uniti, mentre gli altri Paesi del G7 hanno aderito. La ministra delle Finanze indonesiana Sri Mulyani Indrawati ha detto ieri che una certa competizione tra Cina e Giappone nella promozione di infrastrutture in Asia è salutare e aiuterà lo sviluppo regionale.

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