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Ue: incertezza politica e risanamento banche pesano sulla crescita italiana

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le previsioni di bruxelles

Ue: incertezza politica e risanamento banche pesano sulla crescita italiana

Marka
Marka

BRUXELLES – Anche l’anno prossimo la crescita economica dell’Italia rischia di essere la più bassa di tutta l’Unione europea, mentre il Paese continua ad arrancare, oberato da un debito pubblico sempre elevatissimo, secondo le ultime previsioni della Commissione europea. Nel suo rapporto di primavera, l’esecutivo comunitario mette oggi l’accento sui rischi alla congiuntura legati all’incertezza politica e al lento risanamento del settore bancario.

L’Italia ancora sotto la media Ue
Secondo Bruxelles, l'economia italiana dovrebbe crescere dello 0,9% nel 2017 e dell'1,1% nel 2018. Le previsioni sono simili a quelle pubblicate in febbraio, e sono in linea con le stime del governo Gentiloni (rispettivamente 1,1 e 1,0%). L'andamento della congiuntura nel Paese continua a deludere rispetto alla media europea. Nella zona euro, la crescita dovrebbe essere dell'1,7% quest'anno e dell'1,8% l'anno prossimo (le stime d'inverno prevedevano 1,6 e 1,8%).

Meglio nel 2018 ma ci sono rischi
«Nel 2018 – si legge nel rapporto pubblicato stamani qui a Bruxelles – la crescita economica italiana dovrebbe accelerare leggermente, all'1,1%, grazie a un rafforzamento delle esportazioni, a un dinamismo sostenuto degli investimenti e a un balzo dei consumi privati, per via anche di un aumento moderato dei salari». Nota però la Commissione: «L’incertezza politica e il lento risanamento del settore bancario rappresentano rischi al ribasso per le prospettive di crescita dell'Italia».

LE PREVISIONI UE DI PRIMAVERA
Le previsioni ue di primavera

In fondo al gruppo
Non c'è altro Paese in Europa che cresca in modo debole quanto l'Italia. La stessa Francia, di cui in questi giorni nella Penisola si descrivono con una buona dose di “Schadenfreude” i tanti malanni economici, dovrebbe crescere quest'anno dell'1,4% e l'anno prossimo dell'1,7%. «Le previsioni di oggi – ha spiegato in un comunicato il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovsksi – mostrano che la crescita nell’Unione accelera e che la disoccupazione continua a diminuire».

Ciò detto, i rischi sono «più equilibrati che in passati, ma sempre rivolti al ribasso». Sul fronte dell’inflazione, la Commissione registra un balzo dell’aumento dei prezzi al consumo nella zona euro all'1,6% nel 2017, dallo 0,2% annuo del 2016. Il tasso d’inflazione dovrebbe scendere all'1,3% nel 2018. Il dato è influenzato dall'incremento dei prezzi dei prodotti petroliferi. Sul versante dei conti pubblici, a livello aggregato deficit e debito dovrebbero scendere sia nel 2017 che nel 2018.

Tarda il risanamento dei conti
Tornando all’Italia, l'esecutivo comunitario pubblica cifre deprimenti sull’andamento dei conti pubblici, pur al netto della prossima Finanziaria. A bocce ferme, il deficit pubblico dovrebbe salire dal 2,2% del prodotto interno lordo nel 2017 al 2,3% nel 2018. Il debito in compenso dovrebbe scendere dal 133,1 al 132,5% del Pil. L'andamento del disavanzo strutturale è il dato più allarmante, perché nei fatti rivela il ritardo italiano nel risanare i conti statali.

La Commissione europea stima che il saldo strutturale dovrebbe salire dall'1,7% nel 2016, al 2,0% nel 2017, al 2,2% del Pil nel 2018, sempre al netto della prossima Finanziaria. Si deve presumere che Bruxelles abbia preso in considerazione la manovra da 0,2% del Pil che il governo Gentiloni ha presentato in aprile, per riportare in careggiata i conti pubblici ed evitare che il bilancio per quest'anno fosse in evidente violazione del Patto di Stabilità e di Crescita.

In arrivo il rapporto sul debito
Novità su questo fronte ci saranno la settimana prossima quando la Commissione pubblicherà attese analisi sull’andamento del debito pubblico e sull'evoluzione di squilibri macroeconomici eccessivi. Nei due casi, l’Italia è a rischio di sanzioni, anche se il clima politico dovrebbe consentire al governo Gentiloni di evitare il peggio. Secondo le ultime informazioni raccolte qui a Bruxelles, l'esecutivo comunitario sta facendo pressione perché la Finanziaria del 2018 sia particolarmente efficace.

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