Sullo schermo dei computer infettati, una finestra intima il pagamento di un riscatto, la condizione per riavere accesso ai propri file presi in ostaggio e bloccati. Così si manifesta l’attacco informatico che ieri ha iniziato a colpire ospedali britannici e società spagnole per poi dilagare in 99 Paesi, contagiando organizzazioni di ogni tipo dall’Italia (su twitter la foto di un laboratorio a Milano Bicocca)al Portogallo, dalla Russia allo Sri Lanka, dagli Stati Uniti alla Cina.
Simile ad altri attacchi, ma di proporzioni globali senza precedenti. Al centro è “ransomware”, il virus “da riscatto” scatenato da hacker non ancora identificati con certezza, ma apparentemente coordinati. Il software malevolo (indicato come la variante “Wanna Cry”) si comporta appunto come in un rapimento, prendendosi la briga di dare le istruzioni per il pagamento: 300 dollari in bitcoin, la valuta di internet. Nel frattempo, sul video contagiato un orologio digitale scandisce il tempo che manca prima che i file vadano distrutti per sempre.
In Inghilterra, in particolare, le conseguenze del cyber-attacco sono state tutt’altro che virtuali. Negli ospedali i medici sono stati costretti a mandare indietro i pazienti e a cancellare appuntamenti, consigliando di presentarsi solo per le emergenze. Qualche ora dopo l’allarme, Mosca ha smentito il contagio sulla rete del ministero degli Interni; tra le società, la compagnia FedEx ha invece confermato l’infezione, senza però precisare i Paesi in cui è stata colpita.
Secondo diversi esperti informatici, l’infezione potrebbe essere partita da un gruppo noto come The Shadow Brokers, che di recente hanno affermato di aver scaricato strumenti sottratti all’Nsa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza americana. E ora la grande preoccupazione è che «altri pirati, sapendo di poter colpire i pesci grossi, inizino ad attaccare le grosse corporation. E alcune di loro non saranno pronte», ha commentato con l’agenzia Reuters Chris Camacho, chief strategy officer per Flashpoint.