Mondo

Lo scandalo senza fine di Petrobras Temer a rischio, crollano Borsa e real

  • Abbonati
  • Accedi
brasile

Lo scandalo senza fine di Petrobras Temer a rischio, crollano Borsa e real

A fronte di un dramma, politico, economico e finanziario, il Brasile trema ma i brasiliani mantengono un irresistibile sense of humor: «Un veggente – scrive un importante giornale brasiliano – anticipa che il Continente americano sarà scosso dall’avvio di un procedimento di impeachment per un presidente in carica, il cui cognome ha cinque lettere e inizia con la T ». L’allusione è ai due leader, Donald Trump, presidente americano, e Michel Temer, presidente del Brasile, accomunati da una tempesta politico-giudiziaria.Rischiano grosso, l’uno e l’altro.

In Brasile in poche ore si è prefigurato un vero e proprio shock. Borsa in caduta libera sulla scia dello scandalo di tangenti che mette sotto accusa il presidente Temer per il quale le opposizioni hanno chiesto le dimissioni. Le contrattazioni alla borsa di San Paolo sono state sospese dopo che l’indice Bovespa dei principali titoli è crollato del 10%. Gli investitori temono una nuova paralisi politica del paese che freni la ripresa in corso dopo mesi di recessione; in picchiata i titoli più importanti, Petrobas (-20%) e Banco do Brasil (-23%). Il costo dei credit-default-swap a cinque anni, che misurano il costo per assicurarsi contro il rischio di mancato rimborso delle obbligazioni, sono saliti di oltre 60 punti base, ai massimi da gennaio.

PANICO IN BORSA
Andamento dell’indice Bovespa della Borsa brasiliana. (Fonte: elaborazione Ufficio Studi - Il Sole 24 Ore)

Due imprenditori brasiliani ieri notte hanno consegnato alla giustizia delle registrazioni secondo le quali lo scorso marzo il presidente Temer autorizzò il pagamento di mazzette all’ex presidente dei deputati, Eduardo Cunha. L’obiettivo di Temer era semplice: comprare il silenzio di Cunha, suo ex alleato politico in carcere, per evitare eventuali delazioni contro la presidenza nell’ambito dell’inchiesta Lava Jato, l’Autolavaggio, la Mani pulite brasiliana. Temer nega ogni addebito ma ieri anche i suoi alleati ne hanno chiesto le dimissioni.

Una Mani pulite senza fine

Il Supremo Tribunale Federale del Brasile apre un'inchiesta per presunta ostruzione della giustizia contro Temer. Un atto dovuto che ora riapre una crisi senza fine.

IL CROLLO DEL REAL
Andamento del tasso di cambio dollaro/real, scala invertita. (Fonte: elaborazione Ufficio Studi - Il Sole 24 Ore)

Lo schema di tangenti coinvolge Petrobras, il colosso energetico nazionale, Odebrecht, la più grande impresa di costruzione del Brasile e tutti i partiti brasiliani (il Pt, Partito dei lavoratori degli ex presidenti Lula da Silva e Dilma Rousseff e il Pmdb, partito di centro, di Temer). Non solo. Anche gli ultimi tre presidenti del Paese. Devastanti gli effetti nella politica e nell’economia e soprattutto nel rapporto tra elettorato e politica. L’inchiesta giudiziaria è stata salutata con entusiasmo da una opinione pubblica disamorata e disillusa ma ora pare che gli effetti collaterali non finiscano mai. La fiducia degli investitori è venuta meno e i policy makers sono nell’impossibilità di varare riforme. Quella di Temer è una storia politica presidenziale nata sotto il segno dell’impeachment, patito o inflitto all’ex presidente Dilma Rousseff. Un impeachment che non ha mai convinto i giuristi e neppure Yemanjà, la dea del mare, sorridono i carioca. E ora quella ripresina che pareva riapparire tra l’Equatore e il Tropico del Capricorno, con il Brasile Paese beneficiario e propagatore potrebbe non solo sfumare ma trasformarsi in un ciclone con inaudita forza distruttrice.

Petrobras e Pil

Tra il 2004 e il 2012 Petrobras ha deviato “fondi” per 3 miliardi di euro, che inevitabilmente hanno alimentato e rafforzato un sistema di corruzione. José Carlos Cosenza, direttore degli approvvigionamenti di Petrobras e Maria das Graças Foster, amministratore delegato di Petrobras, sono accusati di aver “girato” fondi neri. E la Foster ha ammesso di conoscere “da mesi” l’esistenza di uno schema di tangenti anche in Olanda. Poi, solo nel 2015, il danno è stato superiore a 2,1 miliardi di dollari. Nello specifico vi sono state delle super-svalutazioni, vicine a 14,7 miliardi di dollari, legate a errori nella pianificazione degli investimenti e in buona parte anche alle imposizioni del governo, che hanno costretto Petrobras a svendere i carburanti ad alcuni clienti e a privilegiare i fornitori locali. Il crollo del prezzo del petrolio sui mercati internazionali è stato l’altro elemento che ha affossato la redditività di Petrobras.

RECESSIONE PROFONDA
Variazione % trimestrale del Pil su base annua. (Fonte: elaborazione Ufficio Studi - Il Sole 24 Ore)

Per la verità nessuno riuscirà mai a quantificare con esattezza il costo patito da Petrobras per la corruzione, “in entrata” e “in uscita”, un sistema complesso. Se non altro perché il danno è sempre “in progress”. Si tratta delle perdite provocate dalla corruzione dei suoi dirigenti che ha travolto l’intera economia brasiliana.

E pensare che dopo due anni di recessione, l’economia del Brasile mostrerebbe un piccolo segnale positivo: ma queste erano le previsioni macroeconomiche diramate due giorni fa.

© Riproduzione riservata