Il presidente Donald Trump avrebbe deciso di sfilare gli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima. Lo riferisce il sito web americano Axios citando «due fonti vicine all'amministrazione» e lo conferma l’agenzia Reuters con altre fonti. Il presidente però in un tweet precisa che annuncerà «la decisione sugli Accordi di Parigi nei prossimi giorni».

Anche se non si ha ancora la conferma ufficiale della decisione sembra dunque che le pressioni della figlia Ivanka siano state vane. Axios è il sito fondato da Mike Allen, ex firma di Politico e uno dei più informati giornalisti di Washington. Dunque l’anticipazione è presa molto sul serio. Dopo il summit di Taormina, Trump aveva detto che si sarebbe preso una settimana di tempo per stabilire cosa fare, poi aveva twittato che avrebbe annunciato la decisione questa settimana. Trump ha sempre detto che l’accordo di Parigi non è compatibile «con un’economia dinamica».

Durante la trasferta europea del presidente, il suo consigliere economico Cohn aveva detto ai giornalisti sull’Air Force One che il presidente avrebbe ascoltato le posizioni degli altri leader europei. Ma poi alla fine di un summit che ha marcato le distanze coi leader di Paesi che solo un anno fa hanno firmato l’accordo sul clima a Parigi (175 i Paesi firmatari in totale), Trump ha rifiutato l’appoggio a qualsiasi risoluzione comune con gli altri sei Paesi più ricchi.

Oggi la rivelazione di Axios. Un piccolo team di esperti, tra i quali il capo dell'agenzia per la difesa dell'ambiente (Epa) Scott Pruitt, che nega i cambiamenti climatici, sono al lavoro per definire i dettagli come il ritiro dall'accordo verrà eseguito, scrive ancora Axios, secondo il quale in particolare devono stabilire se avviare un completo ritiro formale - che potrebbe richiedere fino a tre anni - o una uscita dal trattato delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che potrebbe essere una soluzione più veloce ma anche più estrema.

Cosa prevede l’Accordo di Parigi
Se confermata, l’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi metterebbe gli Usa al fianco di Siria e Nicaragua come gli unici Paesi che non aderiscono all’intesa. Un’intesa, quella firmata nel dicembre del 2015 ed entrata in vigore nel novembre 2016, che impegna quasi 200 Paesi a ridurre le emissioni di gas serra per contenere l’aumento delle temperature medie globali «ben al di sotto dei 2 gradi centigradi». Ogni Paese si è posto degli obiettivi: gli Stati Uniti - il secondo inquinatore globale dopo laa Cina - si sono impegnati a ridurre le emissioni nocive del 26-28% entro il 20125 dai livelli del 2005. Fino all’elezione di Donald Trump.

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