La Corea del Nord ha lanciato oggi altri missili, procedendo a un quarto test nel giro di poco più di un mese e rinnovando la sua volontà di sfida alla comunità internazionale. Secondo le prime indicazioni, questa volta non si sarebbe però trattato di missili balistici, ma di quattro missili cruise “surface-to-ship” che - lanciati dall'area di Wonsan - hanno coperto una traiettoria di soli 200 chilometri sopra il Mar del Giappone.
La settimana scorsa il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimità nuove sanzioni contro Pyongyang - dopo il lancio di un missile balistico il 29 maggio scorso - approvando tra l'altro una “lista nera” di 14 individui e quattro società, mentre il G7 di Taormina aveva definito il problema nordcoreano come una priorità per la comunità' internazionale.
Il regime guidato da Kim Jong Un aveva reagito nei giorni scorsi con aspre dichiarazioni, escludendo di voler accogliere la richiesta di abbandono dei suoi programmi balistici e nucleari.
Il Giappone si sente sempre più sotto pressione. Varie municipalità che si affacciano sul Mar del Giappone hanno cominciato a effettuare ampie esercitazioni di protezione civile simulando necessità di evacuazione e protezione della popolazione in seguito alle minacce missilistiche nordcoreane.
Intanto il governo del nuovo presidente sudcoreano Moon Jae-in ha di fatto sospeso l'installazione del controverso sistema antimissilistico americano Thaad, che aveva provocato le ire della Cina oltre che di Pyongyang. Il sistema è già stato installato parzialmente. Moon non ha gradito di esser stato messo di fronte al fatto compiuto attraverso una accelerazione del dispiegamento del sistema. La decisione di far effettuare una verifica di impatto ambientale ne sospende il completamento a tempo indeterminato. Una mossa con cui Moon cerca di placare Pechino e di porre fine a un semiboicottaggio economico varato dalla Cina contro Seul. Ma le autorità cinesi sono tornate a chiedere la rimozione totale del sistema, che considerano una minaccia alla propria sicurezza nazionale.
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