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Milano si propone come sede dell’Ema. E ha ottime ragioni per farlo

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Le agenzie europee verso il trasloco

Milano si propone come sede dell’Ema. E ha ottime ragioni per farlo

(Olycom)
(Olycom)

Il sostegno è forte e coeso. Per collocare in Italia, a Milano, l’agenzia europea del farmaco Ema non c’è il «noi» tipico del tifo calcistico ma una sequenza ragionata di motivi.

Le concorrenti Copenaghen, Madrid, Stoccolma, Strasburgo o Vienna hanno motivi validi per accogliere l’agenzia scacciata dalla Londra della Brexit, ma non hanno tanti buoni motivi quanti ne ha Milano.

Per esempio, ci sono gli uffici già pronti e infrastrutturati messi a disposizione dalla Regione Lombardia, cioè il Pirellone disegnato più di 60 anni fa da Gio Ponti, Pier Luigi Nervi e altre archistar di allora. Per il trasloco è sufficiente staccare le spine dei computer nell’edificio sui Docks di Londra e riattaccare le prese nel grattacielo di via Fabio Filzi. «Attraenti sono anche le caratterisrtiche della vita milanese, una città viva, ricca di offerta, molto attenta», sottolinea Diana Bracco, che rappresenta il mondo dell’economia all’interno del coordinamento ristretto creato dalle istituzioni per la candidatura all’Ema. «Quando il Governo formalizzerà la domanda di candidatura di Milano per l’Ema immediatamente organizzeremo uno sportello per assistere il trasloco e gli addetti Ema in tutte le loro necessità».

Ma se per la scelta contano certamente l’infrastruttura fisica, la disponibilità di spazi, i tempi e le distanze dei collegamenti con treni ad alta velocità e aeroporti, ci sono tuttavia alcuni elementi non misurabili con il sistema metrico decimale, e sono gli elementi espressi dall’ambiente culturale e sociale proposti da una scelta per l’Italia e per Milano. Per esempio, l’industria italiana del biomedicale, dei princìpi attivi farmaceutici e delle biotecnologie. Tra Bologna e Milano si concentra il polo europeo di queste attività. Il polo biotech a Bresso. La Cittadella dell’Innovazione. Il polo della Salute. Le università. «È qui, in Italia, la migliore competenza europea», osserva Gianmario Baccalini (Euticals), presidente dell’Aschimfarma, l’associazione di Federchimica dei produttori dei princìpi attivi medicinali, un settore di un’ottantina di aziende fortissime in tutto il mondo che esportano più dell’80% della produzione.

Secondo Alessandro Sidoli (Axxam), il quale segue per la Federchimica i temi dell’innovazione e della ricerca, «è strategica la vicinanza con l’Efsa di Parma, l’agenzia europea sulla sicurezza alimentare».

«Su quattro terapie avanzate autorizzate dall’Europa — ricorda Riccardo Palmisano (Molmed), presidente dell’Assobiotec, l’associazione della Federchimica delle aziende biotecnologiche — tre sono state messe a punto in Italia».

Come ha detto il presidente dell’Assolombarda, Carlo Bonomi (Sidam), «per noi Ema non è solo un fattore economico per il nostro territorio, è il valore nazionale della nostra visione e della nostra capacità, un impegno scientifico della Lombardia, e di tutta l’Italia, al servizio dell’Europa».

A parere di Massimo Scaccabarozzi (Janssen), presidente della Farmindustria (l’associazione delle aziende farmaceutiche) «l’Europa può contare, proprio nel nostro Paese, su un clima aperto all’innovazione, un’industria farmaceutica innovativa e dinamica, un contesto accademico di assoluta qualità, fruttuose sinergie pubblico-privato. Insomma conoscenze e competenze per creare network e cluster sempre più integrati, a vantaggio dell’innovazione e del paziente».

Non è comune — avvertono gli imprenditori del settore — che finalmente il sistema-Italia riesca a fare squadra attorno a un progetto così come accade con Ema. Insieme con le imprese e con le loro rappresentanze, a cominciare dalla Confindustria, si sono affiancati il Comune di Milano, la Regione il cui presidente Roberto Maroni ha giocato la carta del Pirellone, lo Stato che ha schierato per la promozione di Milano una figura come Enzo Moavero Milanesi di competenza sicura e di credibilità internazionale. A favore di Milano paiono giocare dettagli politici non secondari: come la stabilità data dal rinvio delle elezioni politiche (candidature concorrenti stanno sfumando davanti all’ipotesi di elezioni) e come la necessità del tavolo europeo di trovare nell’Italia la terza gamba indispensabile per l’equilibrio.

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