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Se la curva del debito va in testacoda

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Asia e Oceania

Se la curva del debito va in testacoda

  • –Vito Lops

La curva del debito della Cina è andata in testacoda. I tassi a breve (scadenza a 1 anno) sono più cari (3.58%) rispetto a quelli della parte lunga della curva (il decennale paga il 3,48%). Una curva del debito sana invece esprime tassi più alti nella parte lunga, proprio perché gli investitori giustamente chiedono una remunerazione più alta quando le durate (e il rischio) tendono a salire.

Ecco perché l’inversione della curva dei rendimenti non è mai una bella notizia. Segnala un’anomalia: in alcuni casi può vuol dire che all’orizzonte c’è una recessione, in altri che addirittura gli investitori si aspettano un default. Un esempio eclatante arriva dalla Grecia: dal 2010 la curva del debito ellenica ha viaggiato quasi costantemente invertita. Questo perché difatti la repubblica ellenica, non fosse stato per i prestiti di Bce, Ue e Fmi, sarebbe risultata insolvente.

Ma ora che anche la curva del debito cinese è invertita gli investitori devono preoccuparsi? La seconda economia del pianeta rischia una recessione o, peggio ancora, la bancarotta? In realtà non è così. Diciamo che ogni Paese ha la sua curva. C’è quella (come nel caso di Atene) che indicava chiaramente un’economia in profonda crisi. E quella (come nell’attuale caso della Cina) che invece indica una sfasatura dovuta alle manovre delle autorità monetarie. Negli ultimi mesi la People’s Bank of China ha infatti spesso alzato a sorpresa i tassi di interesse a breve termine per prevenire deflussi di capitali e garantire stabilità allo yuan. Queste strette hanno finito per sfasare la curva del debito. «Mentre i tassi overnight in Cina mostrano forti fluttuazioni (dall’1% all’8%), a differenza di altri Stati, i rendimenti dei bond cinesi a 10 anni difficilmente subiscono spostamenti (si è avuta una fluttuazione tra il 3 e il 4% negli ultimi 20 anni) - spiega Maya Bhandari, gestore multi-asset di Columbia Threadneedle Investmens -. Maggiori tassi overnight hanno avuto effetto di rialzo sul breve periodo rispetto al lungo, appiattendo e in alcuni giorni invertendo la curva».

In ogni caso la curva della Cina - che un mese fa ha subito il downgrade da “Aa3” ad “Aa1” da parte di Moody’s, si tratta della prima bocciatura in 28 anni - riflette comunque un’anomalia. Perché la banca centrale non sta agendo per capriccio: alzando i tassi a breve sta cercando di controllare l’erogazione del credito dato che si intravedono da tempo segnali di una bolla nel sistema bancario. Quindi il “caso Cina” non sarà certo paragonabile al “caso Grecia” ma in ogni caso andrà monitorato nei prossimi mesi. Perché se scoppia la bolla del credito all’interno della seconda economia globale il rischio di assistere a una nuova crisi subprime, a distanza di 10 anni da quella Usa, non è da sottovalutare.

.@vitolops

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