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BRUXELLES – È una partita ancora molto aperta quella sul trasferimento da Londra verso il territorio comunitario di due istituzioni europee: l'Autorità bancaria europea e l'Agenzia europea per i medicinali. Ieri sera, i Ventisette, riuniti qui a Bruxelles in una due-giorni di vertice europeo, si sono messi d'accordo sulla procedura di voto. Su pressione di alcuni paesi, tra cui l'Italia, il voto è stato spostato a novembre, dopo un summit a livello di capi di Stato e di governo previsto in ottobre.
Distribuzione equa
La proposta presentata ai Ventisette dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Junckernon è stata moficata grandemente nel negoziato di ieri. La selezione avverrà sulla base di sei criteri: cinque tecnici e uno più politico. Quest'ultimo trova le sue fondamenta in due dichiarazioni del 2003 e del 2008 secondo le quale le istituzioni comunitarie devono essere distribuite equamente in tutta l'Unione.
Battaglia Est-Ovest
La partita sul futuro dell'EBA e dell'EMA mette a confronto alcuni paesi dell'Europa dell'Ovest con il gruppo dell'Europa dell'Est. Questi ultimi sono convinti che il criterio geografico dovrebbe avere la meglio, visto che sono relativamente poche le istituzioni europee presenti nei paesi dell'allargamento. L'Italia, assieme all'Olanda e alla Spagna, ha fatto campagna perché la selezione avvenga sulla base di una analisi approfondita dei criteri.
L'obiettivo di questi paesi è di rafforzare l'importanza dei criteri tecnici, annacquando per così dire l'importanza del criterio politico. Sempre in questa ottica, l'Italia e i suoi partner sono riusciti ieri sera a spostare di un mese il voto che avverrà alla maggioranza semplice e con tre turni di votazione. In origine, la votazione doveva aver luogo in ottobre, in occasione di una riunione dei ministri per gli Affari europei. Nelle conclusioni approvate ieri sera, il voto è previsto in novembre.
Criteri di scelta
Il rinvio di un mese non è un aspetto banale. Permetterà in realtà agli Stati membri di avere una discussione a livello di capi di Stato e di governo durante il Consiglio europeo previsto il 19-20 ottobre. L'obiettivo di questa discussione durante un summit è di rendere per quanto possibile la scelta del trasferimento più politica e meno tecnica, più discrezionale e meno automatica, favorendo possibilmente Milano che si è candidata ad ospitare l'EMA.
Ieri, la cancelliera Angela Merkel ha spiegato che “non vi è alcun accordo franco-tedesco” su come trasferire le due istituzioni che con l'uscita del Regno Unito dall'Unione dovranno lasciare Londra ed essere ricollocate sul territorio comunitario. Voci non mancano. Una ipotesi prevede che l'EBA vada a Francoforte, e l'EMA a Bratislava. Altre non escludono che entrambe le istituzioni possano essere ricollocate nell'Europa dell'Ovest. In ballo ci sono anche Amsterdam e Barcellona, oltre che Milano.
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