Colpo di scena in avvio dell'assemblea degli azionisti di Toshiba: il gruppo giapponese ha annunciato il rinvio dell'accordo per la vendita della divisione chip, necessaria per raddrizzare le sue disastrate finanze, in una operazione stimata in almeno 2mila miliardi di yen (circa 18 miliardi di dollari). In precedenza, la societa' aveva dichiarato di poter chiudere l'intesa in tempo per un annuncio formale all'assemblea di oggi degli azionisti.
In un comunicato, Toshiba ha spiegato che “occorre tempo per raggiungere un consenso” in quanto “il consorzio (acquirente) e' composto da parti multiple: quindi la conclusione non e' stata raggiunta entro la data che era stata fissata come obiettivo primario”. “Toshiba intende proseguire le trattative verso la conclusione di un accordo definitivo il prima possibile e lo annuncerà tempestivamente una volta realizzato”, conclude il comunicato.
Il consorzio scelto come acquirente si compone di due entità controllate dallo Stato giapponese - Innovation Network Corp of Japan e Development Bank of Japan - , con l'appoggio del fondo americano di private equity Bain Capital e della rivale sudcoreana nei chip SK Hynix.
La progettata vendita a questo raggruppamento ha suscitato la strenua opposizione di Western Digital, attuale partner di Toshiba in una joint venture: il gruppo statunitense ha riproposto lunedì' scorso una sua offerta in tandem con il fondo di investimento Kkr e sta cercando di bloccare ogni alternativa per via legale. Anche Foxconn ha dichiarato di non essersi data per vinta. Ma il governo giapponese ha fatto chiaramente intendere la sua opposizione alla cessione dei chip Toshiba a Foxconn, per il timore di un esodo di tecnologia avanzata verso un gruppo con forti legami con la Cina.
Per Toshiba il tempo stringe, per il rischio di un delisting delle sue azioni da parte della Borsa di Tokyo in mancanza di un ritorno a un valore patrimoniale positivo. Il Tokyo Stock Exchange ha gia' deciso che dal primo agosto il titolo passera' dalla prima alla seconda sezione del listino, ma ha concesso un ennesimo rinvio, fino al 10 agosto, per il rilascio dei dati certificati sul bilancio dell'ultimo esercizio finanziario, compromesso dalla enromi perdite legate al business del nucleare.
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