Sembra incredibile, ma solo oggi - a oltre sei anni e tre mesi dalla catastrofe - e' iniziato a Tokyo il primo processo penale contro i vertici della Tepco per il disastro nucleare di Fukushima-Daichi. Alla sbarra tre dei massimi ex dirigenti della Tokyo Electric Power Company, l'utility che gestisce la centrale atomica ora in via di decommissionamento (la cui durata e' stimata in circa 40 anni).
L'ex presidente della Tepco, Tsunehisa Katsumata, 77 anni, assieme ai top manager del settore nucleare - Ichiro Takekuro, 71 anni, e Sakae Muto, 67 anni - devono rispondere delle accuse di disastro colposo causato da negligenza professionale e risultante in lesioni al personale in situ (13 persone tra dipendenti e membri delle forze di autodifesa accorse) e nella morte di 44 persone anziane costrette a una accelerata evacuazione dagli ospedali della zona. Oltre 150mila residenti dell'area limitrofa alla centrale furono inoltre costretti ad abbandonare le loro case (più' di 20mila persone restano ancora soggetti all'ordine di evacuazione).
Secondo la magistratura, in realtà, il processo penale non avrebbe dovuto tenersi. Ma, in base a una particolarità del sistema giuridico giapponese, l'archiviazione e' stata contestata con successo da una commissione di cittadini ordinari, che e' riuscita a ottenere lo svolgimento del processo. Il collegio di tre giudici non dovrebbe arrivare a una sentenza prima del prossimo anno, o anche oltre. La pubblica accusa e' sostenuta da avvocati designati appositamente.
Scontate le dichiarazioni di non colpevolezza da parte degli imputati. Katsumata, dopo essersi genericamente scusato per l'incidente, ha detto che “era impossibile da prevedere” un terremoto di magnitudo 9 che provoco' lo tsunami che investi' gli edifici della centrale nucleare, provocando il fermo dei sistemi di raffreddamento e la fusione del nocciolo dei reattori 1,2 e 3. Tuttavia e' stato appurato che nel 2008 uno studio di una controllata della Tepco aveva avvertito sul rischio che la centrale - i cui edifici sono situati solo 10 metri sopra il livello del mare - potesse essere investita da una tsunami con onde alte fino a 15,7 metri, in base all'ipotesi avanzata da una commissione governativa della possibilità di un terremoto di magnitudo 8. Katsumata ha negato di aver preso conoscenza del rapporto, che suggeriva la costruzione di una adeguata barriera antitsunami, in particolare sul lato sud. Qualche contromisura fu decisa. Ad ogni modo, onde alte tra 14 e 15 metri investirono la centrale, l'11 marzo 2011, soprattutto da est. “Oggi siamo a un passo storico sulla via della giustizia per i sopravvissuti alla catastrofe nucleare di Fukushima - ha dichiarato l'Energy Project Leader di Greenpace Japan, Hisayo Takada, sottolineando che l'inchiesta parlamentare e' gia' giunta alla conclusione che si e' trattato di una catastrofe provocata da uomini, non imprevedibile ne' inevitabile.
© Riproduzione riservata