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la crisi ucraina

Mosca risponde alla Ue: embargo alimentare prolungato al 31 dicembre 2018

Vladimir Putin al Cremlino con Henry Kissinger, a una settimana dal suo primo incontro con Donald Trump, al G20 di Amburgo
Vladimir Putin al Cremlino con Henry Kissinger, a una settimana dal suo primo incontro con Donald Trump, al G20 di Amburgo

Nessuna schiarita nel Donbass, nessuna schiarita dal fronte delle sanzioni. Alla decisione del Consiglio europeo, che il 22 giugno scorso ha prolungato ancora di sei mesi le restrizioni imposte alla Russia in seguito alla crisi ucraina, Mosca ha risposto rinnovando a sua volta le proprie controsanzioni di un anno, fino al 31 dicembre del 2018: si tratta di un embargo per diverse categorie di generi alimentari provenienti dai Paesi europei, dal Canada e dagli Stati Uniti, in sostanza carne e pesce, frutta e verdura.

Come annuncia l’agenzia Tass, Vladimir Putin ha firmato la legge. Alla vigilia il primo ministro Dmitrij Medvedev aveva dichiarato che le controsanzioni vanno nella direzione della difesa degli interessi nazionali e del sostegno di un’economia che, per i settori coinvolti, vede nell’embargo una leva per migliorare la propria produzione.

Il 15 giugno scorso, rispondendo alle domande dei telespettatori, Putin aveva spiegato che la questione delle controsanzioni sarebbe stata decisa sulla base dell’atteggiamento dei Paesi che hanno imposto le misure restrittive: «Se i nostri partner solleveranno le sanzioni - ha chiarito il presidente russo - lo faremo anche noi, per non incorrere in problemi in ambito Wto», l’Organizzazione mondiale del commercio.

Parallelamente al prolungamento delle sanzioni europee, la Commissione ha stanziato altri 70 milioni di aiuti supplementari per i frutticoltori dei 12 Paesi Ue maggiormente colpiti dall’embargo russo.

In assenza di passi avanti nell’Est dell’Ucraina, il rinnovo delle sanzioni europee e americane procede in automatico, anche se gli accordi di Minsk del 2015, di cui si chiede il rispetto, non sembrano ormai più a nessuno una soluzione realistica per sbloccare il confronto tra Kiev e i separatisti. Francia e Germania contano di riesaminarle rilanciando il cosiddetto “quartetto di Normandia”, il dialogo con i leader russo e ucraino. Ma l’appuntamento più atteso ora è il primo “faccia a faccia” tra Putin e Donald Trump, previsto la settimana prossima al G20 di Amburgo anche se non ne sono ancora noti i dettagli. Per prepararlo, giovedì Putin ha ricevuto al Cremlino Henry Kissinger, l’anziano ex segretario di Stato americano che dopo il colloquio ha invocato un miglioramento delle relazioni tra Mosca e Washington.

Secondo quanto ha scritto giovedì il Guardian citando fonti americane coinvolte nei preparativi dell’incontro, Trump avrebbe chiesto ai propri consiglieri di individuare possibili concessioni da offrire a Putin, tra cui un eventuale allentamento delle sanzioni. Anche se, in realtà, a Washington il Congresso è piuttosto orientato a rafforzarle, per colpire la Russia accusata di aver interferito nella campagna elettorale dell’anno scorso. Il nuovo pacchetto di sanzioni attende la firma di Trump.

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