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Deficit, aperture Ue a Padoan. Il ministro: «La legge di bilancio sarà coerente»

I ministri delle Finanze dell’Unione, riuniti ieri per l’ultima riunione ministeriale prima della pausa estiva, hanno approvato in via definitiva le raccomandazioni-paese per il 2017. In realtà lo sguardo già corre alle Finanziarie per l’anno prossimo. In questo contesto, la Commissione europea sta ultimando la sua risposta alla proposta del governo italiano di ridurre il deficit strutturale dello 0,3% del prodotto interno lordo nel 2018.

Interpellato a margine della riunione ministeriale il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis si è limitato a spiegare che «la lettera è quasi pronta (…) Verrà inviata nei prossimi giorni, presto». Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, la risposta del vice presidente della Commissione Dombrovskis e del commissario agli affari monetari Pierre Moscovici non conterrà un giudizio perentorio sulla proposta italiana.

Nella sua missiva, l’esecutivo comunitario dovrebbe limitarsi a ricordare che l’obiettivo dei paesi membri in questo frangente deve essere di rendere compatibili sostenibilità delle finanze pubbliche e sostegno alla crescita economica. In una recente lettera indirizzata alla Commissione europea, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha proposto all’esecutivo comunitario di ridurre il deficit strutturale nel 2018 dello 0,3% del Pil (si veda Il Sole 24 Ore del 2 giugno).

L’iniziativa era giunta dopo che la stessa Commissione aveva preferito in maggio evitare richieste precise di riduzione del disavanzo strutturale nel 2018, limitandosi a ricordare che alla luce dell’elevato debito italiano le regole europee prevederebbero un taglio del deficit dello 0,6% del Pil. Come ogni anno, la redazione della Finanziaria per l’anno successivo sarà oggetto di un defatigante negoziato. Mentre Bruxelles cerca il rispetto del Patto di Stabilità, Roma tenta di strappare magnanimità di bilancio.

La risposta di Bruxelles giunge mentre l’ex premier Matteo Renzi, già in campagna elettorale, ha aperto un nuovo dibattito sull’opportunità o meno di rispettare le regole di bilancio (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Nella sua lettera, la Commissione europea dovrà trovare un giusto equilibrio tra il sostegno al governo Gentiloni, di cui apprezza il lavoro; il desiderio di evitare di entrare nella campagna elettorale; e la necessità di mantenere la pressione sull’Italia perché riduca il proprio debito.

Riferendosi all’idea dell’ex premier Renzi di aumentare il deficit al 2,9% del Pil (nel 2016 era al 2,4%) e lasciarlo a quel livello per cinque anni, il vice presidente Dombrovskis ha replicato che in termini di bilancio il suo punto di riferimento è l’attuale governo e l’attuale Documento economico e finanziario che prevede un graduale calo del disavanzo. Sempre qui a Bruxelles anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è stato oggetto di domande sulle proposte di aumentare la spesa pubblica.

«Questo governo produrrà una legge di bilancio in coerenza con quello che è stato fatto per la semplice ragione che (…) quello che è stato fatto va nella direzione giusta in termini di più crescita e meno debito», ha spiegato il ministro, confermando la strada del risanamento. Dinanzi all’ennesima domanda sulle controverse proposte di Matteo Renzi, l’economista è sbottato: Non mi riguarda, lei mi sta chiedendo un commento su un giudizio espresso esternamente al Governo».

Ai più, questo sfogo del ministro in conferenza stampa è parso il risultato delle molte domande dei giornalisti sullo stesso tema, più che una reazione all’iniziativa dell’ex premier. Intanto, da Roma quest’ultimo ha continuato a criticare i principi europei di politica economica e indirettamente anche l’azione del governo Gentiloni. Ricordando che il suo governo (2014-2016) è riuscito a ottenere flessibilità di bilancio, il leader Pd ha assicurato, parlando a Radio Kiss Kiss, che «la partita la vinceremo».

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