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Schiaffo a Tillerson: multa di 2 milioni a Exxon per affari con i russi

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violate sanzioni contro la russia per ucraina

Schiaffo a Tillerson: multa di 2 milioni a Exxon per affari con i russi

  • – di Redazione Online
Rex Tillerson, attuale segretario di Stato americano ma ex ceo di Exxon
Rex Tillerson, attuale segretario di Stato americano ma ex ceo di Exxon

Gli Stati Uniti sanzionano il colosso petrolifero Exxon Mobil per la violazione delle sanzioni imposte alla Russia riguardo alle interferenze nel conflitto ucraino nel 2014. Il colosso petrolifero texano ribatte che la sanzione è «ingiusta» e ricorre in tribunale contro la decisione del Tesoro americano di comminarle una multa da 2 milioni di dollari, il massimo possibile.

Al centro dello scontro giuridico «otto documenti con valore legale relativi a progetti oil and gas da realizzare in Russia con Igor Sechin». Quando Stati Uniti e Unione europea decisero le sanzioni contro la Russia colpirono non solo società e istituzioni russe ma anche singoli individui, fra loro naturalmente Igor Sechin. Il solo fatto di fare affari con un uomo tanto vicino al Cremlino - Sechin è stato capo dello staff di Putin dal 2004 al 2008- ha fatto scattare la procedura contro Exxon, multinazionale fra le più colpite dalle sanzioni contro la Russia, costretta come è stata a rinunciare a joint ventures con Rosneft per un valore di un miliardo di dollari.

La guerra di parole almeno ufficiale fra il colosso texano e l’amministrazione di Washington fa anche emergere una tensione politica. Il Tesoro giudica «vergognose» le viiolazioni commesse «con incauto» menefreghismo, la multinazionale ribatte che la sanzione «è «sostanzialmente scorretta» e «illegittima».

Le violazioni risalgono agli anni in cui Rex Tillerson, l'attuale segretario di Stato, era amministratore delegato del colosso petrolifero. Tillerson è stato informato della decisione del Tesoro ma «si astiene da qualsiasi tema» che riguarda Exxon, afferma il Dipartimento di Stato. Da ceo del gruppo, Tillerson si era detto contrario alle sanzioni, oggi visto il ruolo naturalmente tace.

Il contesto in cui tutto questo accade è ormai noto. Trump e i suoi familiari sono quotidianamente attaccati per i legami non chiari con la Russia e il Cremlino. Tillerson è una sua scelta e non è un mistero che non tutti a Washington appoggiano il presidente, parti dell’apparato gli fanno resistenza.

Il Dipartimento del Tesoro accusa Exxon perché «non ha denunciato volontariamente le violazioni» il che costituisce «un caso vergognoso». Aggiungendo che «i vertici di Exxon Mobil conoscevano lo status di Sechin» - Igor Sechin, potente capo di Rosneft, colosso petrolifero controllato dallo Stato russo, uomo molto vicino a Putin - colpito dalle sanzioni, quando hanno firmato i documenti degli accordi presi tra due pesi massimi del l’industria petrolifera mondiale.

Exxon reagisce e porta il Tesoro in tribunale sostenendo che l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Tesoro cerca di «forzare retroattivamente il significato dell’excutive order» discordante rispetto alle linee guida della Casa Bianca e del Tesoro e quindi di «darne una nuova interpretazione». La linea della difesa però appare abastrnza fragile: i texani sostengono che gli Stati Uniti hanno proibito di fare affari con Sechin ma non con Sechin come rappresentante di Rosneft. OFAC rigetta questa lettura e sostiene che il linguaggio chiaro e piatto con cui sono state scritte le sanzioni non lasciava dubbi sul fatto che non c’era distinzione fra Sechin come individuo e i suoi interessi professionali.

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