Mondo

Il futuro? Intelligenza artificiale e nuvola

  • Abbonati
  • Accedi
Americhe

Il futuro? Intelligenza artificiale e nuvola

  • –Luca Salvioli

La grande rivoluzione portata da internet è oggi nelle mani di poche aziende dalle valutazioni inaudite (le principali a Wall Street sono sopra i 500 miliardi di dollari di capitalizzazione), che per mantenere la posizione di privilegio valorizzano al massimo il modello di business e tengono più occhi aperti sul futuro, tra una nuova idea nata nei laboratori di ricerca e l’acquisizione di una startup. Si è cristallizzato un oligopolio fatto da Apple, Google, Microsoft, Amazon, Facebook.

Entrare nell’olimpo sembra impossibile, come sanno Twitter e Snapchat, anche se le sorprese possono arrivare da un momento all’altro. Con questa premessa i grandi colossi costruiscono il loro futuro.

Apple, regina per capitalizzazione (circa 800 miliardi di dollari), non è in prima linea nel proporre tecnologie wow. E così mentre Facebook ha acquisito Oculus già nel 2014 parlando della realtà virtuale come di una piattaforma che presto sarà di massa, Tim Cook solo di recente ha detto di credere molto nella realtà aumentata. La prima necessità dei visori ed è un’immersione completamente digitale in nuovi mondi, la seconda porta elementi digitali sul reale. Il prossimo iPhone, che arriverà in autunno, punterà su questo con un sensore laser 3D posteriore e la piattaforma ARKit per gli sviluppatori inserita in iOS11. Così potremo, ad esempio, usare il telefono come metro per misurare elementi reali. Per Apple, iPhone resterà a lungo il prodotto di punta. I volumi di vendita, dopo anni di corsa, da alcuni trimestri mostrano difficoltà. Quello che crescono sono i servizi (app, icloud, ecc) che da due trimestri valgono oltre 7 miliardi di dollari, più delle singole divisioni Mac, iPad e Apple Watch. Il progetto auto sembra invece si sia concentrato sul software per la guida autonoma.

Un po’ come fa Google. Che nella pubblicità online è leader, deve solo guardarsi da Facebook e da qualche guaio con la Commissione europea. Ci sono 2 miliardi di dispositivi Android, 1 miliardo di utenti YouTube, 1 miliardo di chilometri percorsi con Google Maps. Una base enorme per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Comandi vocali per usare telefoni o oggetti di domotica come Google Home, con cui comandare la propria casa o chiedere informazioni sul meteo o le ultime news, come fa con successo, in America, Amazon Echo. Google Lens, una fotocamera capace di dirti il nome di un fiore con una semplice inquadratura. E in più il cloud, che non è bello da raccontare ma porta molti soldi, specie ora che sempre più governi e aziende riducono i propri datacenter a favore della loro esternalizzazione. In questo Google è cresciuta molto. Amazon è la regina del cloud, nell’ultimo trimestre la divisione è aumentata del 42%, a 4,1 miliardi. L’azienda di Bezos fatica a essere profittevole ma è perché l’espansione dell’ecommerce costa molto, inoltre di recente ha comprato per 14 miliardi di dollari la catena di supermercati di fascia alta Whole Foods. Al di là dei numeri, Amazon nei prossimi anni sarà una delle aziende da tenere occhio. Nel cloud deve guardarsi da Microsoft, che ha cambiato volto con Satya Nadella. Ha abbandonato la disastrosa esperienza smartphone e puntato sulla nuvola, in questo segmento ha un fatturato vicino ai 20 miliardi annuali e potrebbe arrivare a 50 miliardi nel 2021 (stima di KeyBanc). Nadella vuole passare dal tradizionale modello a licenza ad uno a servizio in abbonamento, come fatto con Office 365, un passaggio che costerà una riduzione di circa il 10% della forza lavoro. Quanto ai prodotti, oltre alla linea Surface, suscitano un certo interesse gli Hololens, visori a realtà mista (aumentata e virtuale) al momento nelle mani degli sviluppatori con interessanti applicazioni nell’ingegneria, architettura e ambiti industriali oltre ché al gaming.

Facebook è una delle realtà più dinamiche. La corsa di utili e valore azionario non ha rallentamenti. Gli utenti sono oltre 2 miliardi. Ora, ha detto Zuckerberg, è il momento di monetizzare Messenger e WhatsApp. Nella prima piattaforma presto arriverà la pubblicità. E in prospettiva potremo fare di più con la messaggistica, anche i micropagamenti. Detto questo, «il driver nei prossimi 2-3 anni saranno i video, non Messenger».

© RIPRODUZIONE RISERVATA