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Far entrare i giovani nel mondo del lavoro. Con la misura shock di azzerare per tre anni il cuneo fiscale per chi viene assunto a tempo indeterminato. È la priorità su cui insiste Vincenzo Boccia in vista della legge di stabilità. Il governo ha già avviato la riflessione sulle misure d’autunno e già ci sono stati annunci che un intervento per i giovani ci sarà, come hanno detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e i ministri dell’Economia e dello Sviluppo, Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda. «I primi segnali che abbiamo dal governo sono positivi. Ma non basta il titolo di un provvedimento, bisogna avere un investimento massiccio»: il presidente di Confindustria lo ha affermato più volte recentemente, da ultimo nelle interviste uscite ieri su Repubblica e Il Mattino. Boccia ha ipotizzato una cifra: servono circa 20 miliardi in 5 anni. Con queste risorse, secondo i calcoli del Centro studi di Confindustria, si possono creare 900mila posti di lavoro.
L’importante è non abbassare la guardia, perché la crisi non è ancora superata: «Siamo all’inizio dell’inversione di tendenza, ma cosi come abbiamo potenzialità per andare avanti c’è anche il rischio di tornare indietro».
Ecco perché non bisogna rinnegare le riforme e gli interventi avviati. La ripresa che stiamo vedendo, ha sottolineato Boccia nelle interviste, cioè più export, più pil, più occupazione, è effetto di tutte le misure prese. Il piano Industria 4.0 ha avuto la sua efficacia e ha spinto gli investimenti privati, «aumentati del 30 per cento». Anche il Jobs act ha portato, secondo il presidente di Confindustria, molti posti di lavoro che altrimenti non ci sarebbero stati. Per renderlo più efficace occorre alleggerire il peso fiscale cominciando dai giovani, per poi estendere la misura a tutti i lavoratori, «anche a quelli del settore pubblico» dando coerenza alle regole, è la convinzione di Boccia, e determinando una maggiore competitività del costo del lavoro.
Bisogna mettere al centro la questione industriale, che è per Boccia la «questione centrale» del paese. «Questo governo, come il precedente, riesce a parlare di questione industriale superando le ideologie e capendo che è un tema che riguarda tutti», ha detto Boccia. L’altro ieri il ministro Calenda aveva parlato esplicitamente di un «piano industriale» per l’Italia. Occorre un intervento «a medio termine», continua ad insistere Boccia, che «sappia sottrarsi alle tentazioni elettorali» centrato su giovani, formazione, investimenti pubblici, semplificazioni, riduzione dei tempi della giustizia, che punti alla crescita, per ridurre i divari. E risponda alla domanda su quale paese vogliamo essere.
L’Italia, ma anche l’Europa: la Ue, secondo Boccia, deve affrontare una grande stagione riformista a partire dalla sua economia. Dopo la Brexit l’Italia deve promuovere un nuovo patto con Francia e Germania per guidare i processi del cambiamento. «Tutto dipenderà dalle nostre proposte e dall’autorevolezza che sapremo avere come Paese» è il pensiero del presidente di Confindustria, che il 29 agosto vedrà il numero uno della Confindustria francese alla loro assemblea. E sulla vicenda Fincantieri-Stx per Boccia l’auspicio è che prevalga il buonsenso: «La sfida non deve essere tra paesi della Ue, ma tra questi e il resto del mondo. L’Europa è il mercato più ricco del mondo, dobbiamo imparare a difenderci ragionando e agendo da europei proprio nell’interesse di lungo termine dei paesi dell’Unione».
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