
LONDRA - Nuovo scontro in vista tra Londra e Bruxelles. Il Governo britannico ha presentato oggi la sua posizione negoziale sulla giustizia dopo l'uscita dalla Ue, che prevede tra l'altro che i cittadini Ue che vivono in Gran Bretagna saranno soggetti solo alla legge britannica, «ai tribunali britannici e in ultima istanza alla Corte Suprema britannica» e non più tutelati dalla Corte europea di giustizia come Bruxelles aveva esplicitamente chiesto.
Come concessione, in un documento definito “costruttivo” da Londra, le autorità britanniche si impegnano a cooperare con la Ue nel periodo di transizione dopo il marzo 2019 e non escludono che la giurisdizione della Corte europea continui in questa fase. Si tratta comunque di una soluzione a termine: l'obiettivo finale per Londra è liberarsi dalla supervisione della Corte, che è l'arbitro finale di tutte le dispute nella Ue.
«Ci riprenderemo il controllo delle nostre leggi, - ha detto oggi trionfalmente la premier Theresa May. - Il nostro Parlamento farà le nostre leggi e i giudici britannici le interpreteranno, e la Corte Suprema britannica sarà l'arbitro finale di quelle leggi».
“Ci riprenderemo il controllo delle nostre leggi ”
Theresa May
La May intende raggiungere un obiettivo che si era prefissata già quando era ministro dell'Interno e aveva avuto molto da ridire su alcune sentenze della Corte europea. La premier aveva promesso all'elettorato che «l'interferenza» di un ente europeo sulla giustizia britannica sarebbe cessato, e intende mantenere la promessa.
La realtà, però, sembra più complessa di quella presentata dalla May. La Corte europea non solo continuerà a regnare suprema nel periodo di transizione che dovrebbe durare due anni, quindi dal 2019 al 2021, ma potrebbe continuare a farlo oltre. Prima che possa cessare la giurisdizione della Corte, infatti, deve essere pronto un nuovo ente indipendente che farà da arbitro in caso di disputa, e non ci sono garanzie che possa essere creato e diventare operativo in tempi così stretti.
Il documento negoziale stesso parla di cessazione della «giurisdizione diretta» della Corte europea nel marzo 2019, lasciando aperta la possibilità di una supervisione indiretta. Anche dopo il periodo di transizione, Londra non esclude accordi che potrebbero di fatto concedere alla Corte un ruolo non molto diverso da quello che ha ora.
Il Governo insiste di non volere un «accordo pre-confezionato» perché preferisce negoziare con Bruxelles una nuova intesa «unica e innovativa». Il problema, hanno sottolineato gli esperti, è che ancora una volta Londra pone condizioni che difficilmente saranno accettate o accettabili da Bruxelles.
«La posizione del Governo è in gran parte un'aspirazione,- ha commentato Simon James, partner dello studio legale Clifford Chance a Londra. – Il Governo vorrebbe continuare l'attuale profonda cooperazione con la Ue, ma la questione è se la Ue sarà d'accordo, e a quali condizioni».
Il documento del Governo ribadisce che la Gran Bretagna sarà fuori dalla giurisdizione diretta della Corte, ma poi afferma che ogni intesa futura «dovrà tenere conto degli accordi legali regionali, compreso il fatto che la Corte europea resterà arbitro finale della legge Ue all'interno della Ue». Questa sembra essere un'ammissione, secondo James, che la Corte «potrebbe continuare ad avere un ruolo, anche se indiretto».
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