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Irma, le Torri Gemelle e il dopo 11 settembre

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L'Analisi|L’Analisi

Irma, le Torri Gemelle e il dopo 11 settembre

NEW YORK - Fra poco, subito dopo aver battuto e scosso un intero stato, la Florida, Irma sara' degradato a tempesta tropicale. L'uragano che ha seminato morte e distruzione lungo tutti i Caraibi in un viaggio di migliaia di chilometri andra' a morire in Georgia. Sara' indebolito, molta pioggia e vento, ma meno distruzione, meno di quella che abbiamo visto in Florida, a Tampa ad esempio dove i bacini d'acqua intorno alla citta' hanno avuto un effetto moltiplicatore della forza di quest'uragano, e portato quantita' d'acqua alluvionale in citta'.

In forma minore e' successo anche a Miami. Anche se Irma non ha toccato direttamente la citta', molto piu' a oriente rispetto alla virata di sabato verso la costa occidentale, il centro della citta' era lo stesso allagato con un metro d'acqua. La circonferenza di quest'uragano infatti e' enorme, grande come la Francia e dunque i venti in un modo o nell'altro hanno riguardato anche chi era piu' lontano dal percorso centrale. Per questo i 3/4 della popolazione in molte citta' dello stato sono rimasti senza elettricita'. Per questo i milioni di evacuati preventivi in 350 rifugi. E ci sono le prime stime. La forza distruttrice di Irma potrebbe aver fatto danni solo in Florida per 300 miliardi di dollari. Aggiungiamoli ai 200 miliardi di danni che ha portato Harvey ed ecco che abbiamo un freno restrittivo sull'economia del paese di circa 500 miliardi di dollari complessivo, cosa che potrebbe scoraggiare la Yellen dal procedere con nuove strette prima di dicembre, come aveva promesso nelle sue ultime audizioni.

Ma torniamo all'uragano e se devo raccontarvi l'immagine che mi ha colpito di piu' in questo terribile fine settimana e' quella di un video girato alle Bahamas, a Long Island: l'uragano e' appena passato, ha lasciato dietro di se distruzione; si vede un molo tagliato a meta' e non si vede l'oceano, non lo si vede a perdita d'occhio, le acque si erano ritirate per molti chilometri lasciando la fanghiglia e le alghe del fondo esposte, quasi vergognose senza la loro coltre d'acqua che le copriva. Ora il peggio e' passato. Ora, Lunedi 11 settembre si cerca di tirare un sospiro di sollievo. Ma e' anche il sedicesimo anniversario dell'attacco alle due Torri Gemelle e all'America, l'attacco di Osama Bin Laden e dell'estremismo islamico che fece 2.995 morti, tra cui 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti. E vien fatto di pensare che oggi, come allora, e' importante riflettere sul dopo piu' che su quel che e' successo: come contenere il danno e il rischio di questi cataclismi climatici? Se facciamo un bilancio della guerra al terrorismo, il risultato in questi sedici anni non e' incoraggiante. Le cose oggi, dopo molte guerre e dopo molta distruzione e decine di migliaia di morti sono peggiorate invece di migliorare. Qualcosa di molto importante non ha funzionato nella guerra contro il terrorismo: il Medio Oriente e' piu' instabile e noi ci sentiamo piu' vulnerabili.

Auguriamoci che non capiti lo stesso con la sfida che ci arriva da Madre Natura perche' c'e' davvero poco da scherzare: qualcuno su twitter ha scritto:”se non e' la fine del mondo mi sembra che abbiamo visto una buona grande prova generale”. Forse l'avete capito, qui non mi riferiscono solo a Irma, ma al fatto che siamo davanti a disastri naturali sul piano globale, anche da noi, mentre Miami era sotto un metro d'acqua, lo stesso succedeva a Roma e a Livorno. Una nota, quando l'ho scritto ieri su twitter Homer (@che_balle) mi ha risposto:” E' diverso: in USA i politici dicono “evacuate immediatamente”. In Italia dicono “state tranquilli che non c'è problema, ci pensiamo noi”.

Il fatto e' che oggi, alla resa dei conti, dopo Harvey che ha distrutto Houston e buona parte del Texas meridionale, ci sono tre uragani contemporaneamente attivi, cosa che non succede mai, o meglio succedeva nella fantascienza, come nel film del 2004 “The Day After Tomorrow” che racconta di tre enormi uragani biblici che si verificano contemporaneamente in Asia, Africa e Nord America. Ebbene oggi, dietro Irma, e' gia' partito Jose al largo dell'Atlantico anche lui un forza 4 forse 5 mentre al largo del Messico si sta scatenando Katia. Non verrano direttamente sul continente e dovrebbero morire in mare, ma un altro forza cinque, in contemporanea con Irma? Pensate che dal 1851 ad oggi ci sono stati solo tre uragani forza cinque, l'ultimo registrato in USA nel 1989. Ora ne abbiamo avuti due in una settimana e negli stessi giorni. Aggiungo il terremoto forza 8,2 (scala Richter) in Messico, di qualche giorno fa, di nuovo di rarissima potenza, il primo che si registra dal 1985. E che dire delle alluvioni in India e Bangladesh. E del gigantesco Iceberg che si e' staccato dall'Antartide appena poche settimane fa? Un'intera penisola del Polo Sud se n'e' andata. La sua superficie è più grande della Liguria, quasi 5.800 chilometri quadrati. È alto fra i 200 e i 600 metri. Un preludio di quel che ci attende? E le notizie che giungono dall'Alaska? La coltre di ghiaccio permanente al nord non e' piu' permanente. Si sta assottigliando, proprio come al Polo Nord, dove la calotta polare e' fragile. Si alzera' dunque il livello del mare? Possibile che tutto capiti per caso?

Possibile. Lo dicono in molti e insistono: si tratta di fenomeni casuali generati solo da Madre Natura come e' sempre successo nella storia. Forse. Ma non possiamo ignorare le coincidenze, non possiamo non porci l'altra domanda: possibile che questi disastri siano invece la conseguenza dei molti disastrosi cambiamenti climatici che stiamo osservando generati da uno scarso controllo delle emissioni? Forse si. Di certo ne sono convinti alle Nazioni Unite dove la settimana prossima si apriranno i lavori dell'Assembla Generale. il Segretario Generale Guterres ha gia' annunciato che i cambiamenti climatici saranno in testa all'agenda dei lavori della 72esima Assemblea Generale, con buona pace di Donald Trump che ha ritirato la firma americana all'accordo. Insieme, alla pari ci sara' l'altro grande, questa volta geopolitico, la Corea del Nord. In effetti, in questa atmosfera da fine del mondo, ci mancherebbe solo uno scherzetto nucleare da Pyongyang, per un capriccio di quel folle pargolo viziato Kim Jon Un.

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