MILANO
Nella lotta al dumping in Europa è necessario «avere risposte più rapide, più protettrici e più efficaci per le nostre industrie quando i concorrenti internazionali non rispettano le regole del commercio». Un impegno chiaro, quello preso ieri all’Eliseo, dal presidente francese, Emmanuel Macron, al termine dell’incontro con il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, durato circa un’ora.
All’origine, c’è la lettera, datata 11 settembre, e inviata da Medef (la “Confindustria” francese) allo stesso Macron per esprimere preoccupazioni sull’evoluzione del testo di riforma antidumping.
Le imprese francesi – come quelle italiane – chiedono «massima chiarezza» su quali saranno le “distorsioni significative” in base alle quali Bruxelles calcolerà le nuove aliquote di dazi. Soprattutto, ritengono «inaccettabile» sia che la Commissione possa optare arbitrariamente per metodologie “alternative” nel corso dell’inchiesta antidumping, gettando nell’incertezza dell’esito finale interi settori(cosiddetta predisclosure) e sia quell’onere della prova che dovrebbe trasferirsi – secondo il testo di riforma – dai produttori cinesi (come è ora) alle imprese europee.
«La Francia – ha annunciato Macron – lavorerà per avere il più rapidamente possibile un accordo ambizioso sulla modernizzazione degli strumenti commerciali» e sulla «difesa della nostra industria». Del resto, sia in campagna elettorale, sia nel discorso d’insediamento Macron non ha mai fatto mistero di voler chiedere uno screening degli investimenti cinesi nella Ue, l’accesso reciproco ai mercati degli appalti pubblici e una spinta contro il dumping. «L’Europa – aveva detto Macron – può essere sostenuta solo se porta una certa protezione che viene sentita come tale, visibile e concreta».
A questo punto, un asse italo-francese sulla riforma delle difese commerciali, che sinora non era parso così evidente, e una Germania “distratta” dalla partita elettorale, potrebbero avere effetti diretti sulla trattativa in corso tra Commissione, Consiglio ed Europarlamento che dovrebbe chiudersi il prossimo 3 ottobre.
Un incontro «positivo» e «franco» quello con Macron secondo il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, il quale ha aggiunto che Macron interverrà a Strasburgo «tra ottobre e novembre», per aprire un grande dibattito sul futuro dell’Unione.
Forte condivisione anche su altri temi discussi. Sul diritto d’asilo, è stata evocata la volontà di «accelerare» la riforma di Dublino nel quadro di una strategia complessiva di rafforzamento delle frontiere, ricollocamento dei rifugiati, lotta all’immigrazione illegale, con più investimenti in Africa.
Infine, Tajani ha giudicato positivamente la proposta italo-franco-tedesca sul controllo degli investimenti extraeuropei nella Ue, per un’Europa che «si protegge dagli attacchi sleali».
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